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Congresso Simet. Mazzoni: “Da Governo meno proclami e più finanziamenti per il personale”

Salvaguardia del Ssn e inversione di rotta sulle politiche del personale sono gli elementi centrali nella relazione del Segretario. Tra le proposte quella di superare l’attuale distinzione tra medici di assistenza primaria e medici di continuità assistenziale, sì all'abolizione del numero chiuso ma con una selezione successiva e programmazione efficace. 

16 NOV - Si è aperto oggi a Cesenatico il Congresso Simet-Fassid Area Simet che vede fino a domenica 11 novembre un serrato confronto interno tra dirigenti e quadri sindacali dello storico sindacato. Al centro della discussione ovviamente il delicato momento politico nel quale ci si trova ad affrontare un rinnovo del contratto di lavoro, fermo da dieci anni, in una incertezza totale sulle risorse economiche destinate e sulla programmazione gestionale. Ma nei lavori congressuali c’è anche ampio spazio alla formazione, con due Ecm dedicati alla nuova privacy e alla politica vaccinale.

“Alla vigilia del quarantesimo compleanno del Ssn ci sono più ombre che luci, perché negli ultimi anni non è stata fatta una scelta chiara e netta a supporto del servizio sanitario nazionale: si è solo cercato di gestire l’esistente e di intervenire su elementi non fondamentali. Nelle Regioni si sono tentati tutti i modelli organizzativi possibili e immaginabili, ignorando il principio per cui tra le finalità di un sistema e i modelli organizzativi deve esserci coerenza”. Questo l’inizio della relazione del Segretario Mauro Mazzoni, che ribadisce il punto di vista Simet per arginare il degrado Ssn e l’indeterminatezza degli investimenti a sostegno del sistema: “La ricetta per arginare questo folle degrado è nota: ripartire dagli investimenti, come sempre si fa in un’economia illuminata in tempi di crisi. Occorre investire in tecnologia, edilizia, formazione. Invece in Italia i finanziamenti li diminuiamo. Vogliamo ricordare il principio base della legge 833 che istituì  il Servizio Sanitario Nazionale: ‘La salute è un diritto dei cittadini e la si tutela non in base al reddito ma in base al bisogno’".

"Se questo - incalza - Governo e il Ministro Grillo come appare dai proclami hanno intenzione di rilanciare e riaffermare questo principio, devono far fare a questo governo una scelta politica seria in sanità. Un nodo che andrebbe affrontato urgentemente è il governo dei fondi integrativi, che sta mettendo a rischio l’universalismo del sistema, perché di fatto sta diventando il secondo pilastro di finanziamento che ha costi altissimi per il bilancio pubblico. Occorre rafforzare la sanità pubblica e non indebolirla come sta avvenendo adesso, cosa che spiega l’interesse verso la sanità di investitori, industriali o assicurazioni. Che mirano, tutti, ad entrare nei varchi lasciati aperti dal non governo del sistema, guardate ad esempio all’esternalizzazione dei servizi”.

Carenza Medici. Rinnovo del contratto a parte, serve un cambio di rotta sul personale. La popolazione invecchia, i bisogni assistenziali crescono e il modello organizzativo va sostenuto. Il problema non si risolve se non si prevede un incremento del 10% della dotazione del personale. Un problema che si intreccia con la programmazione formativa. La questione va risolta subito perché il picco delle uscite è dietro l'angolo e nei prossimi anni perderemo 30mila medici. Il Simet ha rappresentato al Ministro Grillo la propria ricetta contro la carenza medici. In sintesi:

1) Riorganizzazione art. 1 della legge Balduzzi (l.189/2012), per superare l’attuale distinzione tra medici di assistenza primaria e medici di continuità assistenziale.

2) Programmazione regionale - Occorre una buona programmazione regionale che deve essere modulata in previsione dei pensionamenti. Non si può superare un anno senza l'assegnazione del titolare di un posto vacante.

3) Niente deroghe - Per una migliore qualità dell'assistenza non si può perseguire, con la scusante dello stato emergenziale, la deroga dei massimali con contrazione delle unità lavorative a disposizione, né una deroga al possesso dei titoli previsti per la formazione in medicina generale.

Formazione. Va rivista tutta la problematica dell'accesso al corso di laurea, garantendo a tutti gli aspiranti medici l'accesso iniziale, con una selezione successiva in base a criteri oggettivi. In collaborazione con l'Enpam si può considerare l'ipotesi di affiancare un medico in formazione a un medico prossimo al pensionamento (la retribuzione al medico in formazione sarebbe corrisposta dall'Azienda, con pari decurtazione della remunerazione del medico titolare, compensata allo stesso dall'ente previdenziale).

Rispetto delle regole. In tempi di contratti atipici il rispetto delle regole è fondamentale. Troppo spesso si tende da parte pubblica a intendere il concetto di libero professionista come soggetto che deve assumersi dei rischi (scelta-revoca, malattia, costo dei fattori di produzione) e quello di parasubordinato quale sinonimo, camuffato o sotteso, di dipendente con compiti ma anche gerarchie, obblighi e sanzioni che attengono più propriamente a condizioni di subordinazione. Lo stato giuridico del medico va quindi declinato in maniera precisa e inequivocabile, non modificabile a livello decentrato.

“Ci aspettiamo meno proclami, meno indeterminatezza da parte del Governo e finanziamenti strutturali finalizzati ai dipendenti, alla stabilizzazione dei precari, alla specificità dei medici operanti nell’ambito del convenzionamento”, conclude Mazzoni, ricordando come la malattia crei più povertà di qualunque altra azione di mancato investimento.

Un messaggio alle nuove generazioni del sindacato lo lancia il Presidente Simet Gianni Piccirillo, citando De Gasperi (Un politico guarda alle prossime elezioni; uno statista guarda alla prossima generazione): “Ci si attorciglia in promesse pensando alle prossime elezioni. Ma solo abbandonando la strategia del nulla e organizzando la speranza possiamo superare questo tragico impasse”.

16 novembre 2018
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