Amianto. In Emilia-Romagna nasce la Rete regionale per la cura e l’assistenza dei malati di mesotelioma pleurico maligno
Approvate le Linee di indirizzo che istituiscono un nuovo Percorso terapeutico assistenziale, multidisciplinare e omogeneo su tutto il territorio. Entro il 2024 saranno attivati 10 Centri di I livello per la diagnosi e le terapie non complesse, e 7 Centri di II livello per la gestione dei trattamenti chirurgici e integrati. Donini: “Vogliamo garantire ai malati e alle loro famiglie la migliore qualità nella diagnosi, nella cura e nell’assistenza”. SCHEDE
18 MAR - Assicurare alle persone affette da mesotelioma pleurico maligno (MPM) uno specifico Percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale attraverso una rete strutturata di centri ospedalieri, secondo un approccio multidisciplinare, integrato ed omogeneo, e in continuità tra servizi sanitari e territoriali. É l’obiettivo della nuova Rete della Regione Emilia-Romagna per la presa in carico delle persone affette da MPM, le cui Linee di indirizzo, approvate dalla Giunta regionale, definiscono modalità e standard operativi uniformi per tutte le strutture sanitarie del territorio, nell’ambito della Rete oncologica regionale, con un obiettivo: garantire ai malati cure, assistenza e servizi sempre più elevati e, al tempo stesso, sempre più vicini.
Secondo i dati forniti dal Registro regionale mesoteliomi, tra il 1996 e il 2022, in Emilia-Romagna si sono registrati 3.357 casi di persone affette da questa rara forma tumorale, che spesso risulta correlata all’esposizione ad amianto, di cui 134 nel 2022. In 2.034 casi, inoltre, l’esposizione all’amianto è stata classificata come professionale.
Nell’ambito della nuova Rete regionale per la cura e l’assistenza dei malati di MPM, le Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna attiveranno, entro la fine del 2024, 10 Centri di I livello nelle principali sedi ospedaliere di ogni provincia, deputati a garantire ai pazienti presi in carico un’adeguata diagnosi, stadiazione, definizione del programma terapeutico e gestione delle terapie non complesse, tramite un approccio condiviso e multidisciplinare. La gestione dei trattamenti chirurgici ed integrati sarà invece assegnata a 7 Centri di II livello, ubicati in ciascuna area vasta regionale, Emilia Nord, Emilia Centro e Romagna.
Il Percorso diagnostico-terapeutico e assistenziale garantirà inoltre supporto psico-oncologico per paziente e familiari, trattamenti di riabilitazione presso le Unità operative di riferimento, attivazione precoce delle cure palliative, assicurando la continuità assistenziale con i medici di medicina generale, e l’assistenza per tutte le problematiche amministrative, comprese quelle per l’avvio dell’iter di denuncia/riconoscimento di malattia professionale, se previsto, e all’accesso al Fondo Vittime dell’Amianto.
“Con la nuova Rete regionale per la presa in carico delle persone affette da mesotelioma pleurico maligno – afferma in una nota l’assessore alle Politiche per la salute,
Raffaele Donini - vogliamo garantire ai malati e alle loro famiglie la migliore qualità nell’assistenza e nella cura, attraverso un Percorso terapeutico specifico, puntando su una presa in carico globale della persona, secondo un approccio multidisciplinare e nell’ambito di una rete strutturata di centri ospedalieri, servizi territoriali e istituti di ricerca. La lotta all’amianto, la sicurezza nei luoghi di lavoro, il sostegno a quanti stanno affrontando questa malattia e ai loro famigliari rappresentano priorità per le quali, come Regione Emilia-Romagna, siamo in prima linea già da tempo”.
L’ Emilia-Romagna, sottolinea la Regione nella nota, “è stata tra le prime Regioni in Italia ad adottare, nel 1996, il Piano Regionale di Protezione dell'ambiente, decontaminazione, smaltimento e bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto, che indica criteri, linee di indirizzo e azioni per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa per la protezione dell’ambiente, della popolazione e dei lavoratori dai pericoli dell’amianto”. Un impegno confermato nel 2017, con il secondo Piano Regionale Amianto, con l’obiettivo di promuovere un’efficace integrazione fra le istituzioni nell’affrontare le diverse problematiche, promuovendo un approccio trasversale fra i settori ambiente, salute e lavoro e la cooperazione tra i diversi soggetti coinvolti. Tra le finalità previste dal Piano, il consolidamento della sorveglianza epidemiologica e sanitaria, della conoscenza sulle attuali esposizioni all’amianto, il miglioramento della tutela della salute e della qualità degli ambienti di vita e di lavoro e il rafforzamento delle attività di smaltimento e bonifica del materiale.
L’Emilia-Romagna, evidenzia ancora la nota, “è tra le poche Regioni in Italia ad aver eseguito la mappatura dei MCA, i materiali contenenti amianto, in conformità alla normativa nazionale vigente. Tra il 2019 e il 2023, su tutto il territorio regionale, sono oltre 34.459 gli interventi di bonifica effettuati e nell’oltre 90% dei casi il materiale è stato rimosso. Complessivamente, nel 2023, l’amianto friabile bonificato ammonta a 140.366 chilogrammi, a cui si sommano i 43.925.447 chilogrammi di materiali contenenti amianto in matrice compatta rimossi, per un totale di 44.065.813 chilogrammi”.
Proseguono, su tutto il territorio, anche le attività di informazione e assistenza rivolte a cittadini, imprese, lavoratori, datori di lavoro e amministratori, sia a livello regionale, sia a cura delle Aziende sanitarie. Nel 2023 sono stati 135 gli incontri, i convegni, i seminari e le iniziative di comunicazione effettuati, ed è disponibile online, costantemente aggiornato, il sito dedicato al Piano regionale amianto, all’indirizzo salute.regione.emilia-romagna.it/amianto.
18 marzo 2024
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