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Covid. Finte vaccinazioni per avere il green pass, arrestato un medico di famiglia del ravennate


Il medico di medicina generale avrebbe finto di vaccinare 79 persone in modo da fare ottenere loro il green pass a cui non avrebbero avuto diritto. Alcuni non erano pazienti del medico e nemmeno residenti in Emilia-Romagna. Donini: “Vicenda gravissima, comportamento incompatibile con la nostra sanità e sprezzante verso ciò che abbiamo passato in questi due anni di lutti e sacrifici. Chiesta la revoca della convenzione".

11 NOV - “Se le accuse fossero confermate, saremmo di fronte a una vicenda gravissima, che offende l’intera comunità dell’Emilia-Romagna. C’è da essere sdegnati per questo comportamento irresponsabile, sprezzante nei confronti di una popolazione che da quasi due anni, tra lutti, dolori familiari, enormi sacrifici economici sta faticosamente risalendo la china per ritrovare la normalità”. Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, esprime la netta condanna della Regione nei confronti del medico di medicina generale emiliano-romagnolo che, come hanno rivelato oggi le autorità competenti, è stato arrestato perché avrebbe finto di vaccinare alcuni suoi pazienti in modo da fare ottenere loro il green pass a cui non avrebbero avuto diritto.

L’uomo, riferisce una nota della Regione, è un medico di Ravenna convenzionato con l'Asl Romagna. “È stato arrestato con le accuse di peculato, falso ideologico e corruzione: sono 79 le certificazioni verdi da lui rilasciate che l'autorità giudiziaria ha messo sotto sequestro preventivo”.

Secondo l’accusa, riferisce la Regione, “in molti casi il green pass sarebbe stato rilasciato a persone che non solo non erano assistiti del medico, ma addirittura non risiedevano a Ravenna e nemmeno in Emilia-Romagna; i controlli fino ad ora effettuati non hanno rilevato alcuna risposta anticorpale nei soggetti che il dottore aveva dichiarato di aver sottoposto a profilassi. Inoltre, il medico ha compromesso un’ottantina di dosi di vaccino per averle conservate a temperatura ambiente”.

“Questi comportamenti, se confermati, sono totalmente incompatibili con la nostra sanità, quella che ogni giorno, con dedizione e professionalità, assicura a tutti i cittadini il loro diritto alla salute. Auspico- ribadisce l'assessore- che la giustizia faccia rapidamente il suo corso e, se l’impianto accusatorio sarà confermato, che ci sia una condanna esemplare per un’azione che non ammette alcuna giustificazione”.

“Intanto ho chiesto che venga immediatamente ritirata la convenzione - conclude Donini - e che si valuti, da parte dell’Asl Romagna, ogni azione legale sul piano penale e civile a supporto del lavoro dell’Autorità giudiziaria”.

11 novembre 2021
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