Amianto. Circa il 15% dei pazienti con asbestosi clinica sviluppa un carcinoma broncogeno
Ne dà notizia la XV edizione delle giornate medico legali in corso di svolgimento a Roma. In che modo l'asbestosi eserciti il suo effetto cancerogeno non è ancora noto, ma per molti sembra che l'asbesto funzioni da promotore, capace cioé di promuovere la replicazione di cellule “iniziate”
21 GIU - È iniziata martedì 19 giugno e si concluderà oggi la XV edizione delle Giornate Medico Legali. In queste giornate di lavoro, in corso di svolgimento a Roma, presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, si è discusso di patologie amianto correlate. In particolar modo ne ha parlato Luigi De Sio, ricercatore di Medicina del Lavoro nel Dipartimento di Scienze anatomiche, istologiche, medico-legali e dell’apparato locomotore Università degli Studi di Roma “Sapienza”.
Circa il 15% dei pazienti con asbestosi clinica sviluppa un carcinoma broncogeno, in genere 20-40 anni dopo che la pneumoconiosi è stata diagnosticata; esso è localizzato soprattutto ai lobi inferiori ed è spesso multicentrico (al contrario del carcinoma polmonare dei soggetti non esposti che colpisce soprattutto i lobi superiori ed è unicentrico).
La broncopatia cronica con enfisema polmonare, lo scompenso cardiaco destro sono patologie correlate all'inalazione delle fibre d'asbesto, insieme alla comparsa del carcinoma bronchiale e del mesotelioma pleurico. Il mesotelioma della pleura, e talvolta del peritoneo, è un'altra neoplasia che può complicare un'asbestosi. Esso è meno frequente del carcinoma broncogeno, tuttavia la sua incidenza è circa 1000 volte più elevata di quella prevista per la popolazione non esposta a fibre di amianto.
Esistono inoltre dati contraddittori sulla insorgenza di neoplasie in altre sedi quali la laringe, il tratto gastroenterico, ovaio, sistema emopoietico.
In che modo l'asbestosi eserciti il suo effetto cancerogeno non è ancora noto, ma per molti Autori sembra che l'asbesto funzioni da promotore, capace cioé di promuovere la replicazione di cellule “iniziate” in cui si è determinata una alterazione permanente di specifici geni ad opera di un agente cancerogeno definito “iniziatore”.
La recente sentenza del 13/02/2012, a 25 anni dalla chiusura dell'Eternit di Casale Monferrato e dopo due di processo contro i proprietari della multinazionale accusati di "disastro doloso e omissione di misure di soccorso", conferma l’elevato rischio di insorgenza di patologie e neoplasie legato all’esposizione all’amianto.
21 giugno 2012
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