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Antitrust. Multata L'Oréal. Pubblicità Dercos, "- 72% caduta capelli", è ingannevole


La sanzione di 200 mila euro irrogata per pratiche commerciali scorrette riguarda la campagna promozionale relativa a un prodotto a marchio Dercos contro la caduta dei capelli. Per l’Antitrust ingenera “nei consumatori falsi affidamenti circa l’efficacia del prodotto”.

16 APR - L’Antitrust multa L'Oréal Italia per 200mila euro per pratiche commerciali scorrette relativamente a un prodotto a marchio Dercos contro la caduta dei capelli. Un prodotto che si presentava rivoluzionario, in grado di fermare la caduta dei capelli con una percentuale di successo elevatissima (-72%).
Questo era il tenore dei messaggi pubblicitari di Dercos Aminexil Pro di Vichy, prodotto anticalvizie che quasi prometteva miracoli, ma che invece è stato invece sanzionato dall’Autorità Antitrust: la comunicazione è ingannevole perché il prodotto ha una valenza solo cosmetica e agisce solo su una caduta di capelli lieve o temporanea.  “La pratica commerciale in esame risulta – si legge nel bollettino settimanale dell’Autorità - scorretta in quanto idonea ad ingenerare nei consumatori falsi affidamenti circa l'efficacia del prodotto Dercos Aminexil Pro contro la calvizie, considerata la centralità dell'efficacia anticaduta e dei risultati rappresentati nel principale claim dell'intera campagna pubblicitaria - 'meno 72% di caduta' - che è risultata non veritiera in quanto il professionista ha svolto uno studio esclusivamente su pazienti affetti da una lieve e moderata forma di alopecia, inidonei quindi a dimostrare l'efficacia nei confronti di tutte le situazioni di caduta dei capelli e suscettibile, quindi, di ingannare tutti quei consumatori affetti da tale specifica patologia”.

Sempre secondo l’Antitrust “le comunicazioni pubblicitarie in contestazione appaiono ingannevoli in quanto idonee ad indurre nei destinatari la convinzione erronea che il prodotto Dercos Aminexil Pro sia efficace per risolvere tutte le problematiche legate alla calvizie. I messaggi diffusi tramite gli spot televisivi, la stampa ed internet, per il loro contenuto e per le loro modalità di presentazione, lasciano infatti intendere ai destinatari che il prodotto reclamizzato, presentato come rivoluzionario e atto ad intervenire efficacemente e nell’arco di tre mesi sul processo di diradamento dei capelli, qualunque ne sia la causa e l’entità, possa, da un lato, arrestarne la caduta e, dall’altro, indurne la ricrescita”.
Queste alcune delle motivazioni che hanno portato l’Antitrust a decidere di irrogare la sanzione e la diffida a proseguire nella campagna pubblicitaria.

16 aprile 2012
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