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Gambe. Ecco i consigli degli esperti per “leggerle” e “proteggerle”


Dopo l’estate sono in agguato venuzze e gonfiori causati da sedentarietà, alimentazione inadeguata e fumo. Disturbi maggiori per chi è in sovrappeso, chi ha avuto più gravidanze e le over 60. Di tutto questo si parlerà stasera in un incontro promosso da ONDa e Ide.

06 OTT - Dopo i mesi estivi di sole, mare o camminate in montagna, con l’autunno tornano ad aumentare i pericoli per la salute delle nostre gambe. Sedentarietà, alimentazione, fumo, posture e luoghi di lavoro: tutti fattori di rischio dal forte connotato estetico, ma che indicano anche pericoli in agguato e da non sottovalutare. Dati recenti confermano, infatti, che il 25% della popolazione totale (con netta prevalenza femminile) nei Paesi industrializzati soffre di un’ampia gamma di malattie vascolari, che vanno dalle piccole teleangectasie (vasi con diametro compreso tra 0.1 e 1 mm) alle varici più vistose (vene dilatate e tortuose). Queste alterazioni costituiscono la spia di un’insufficienza venosa e sono frequentemente associate a dolore, gonfiore, sensazione di pesantezza, alterazioni della cute (discromie, ulcerazioni), parestesie (alterazioni della sensibilità), prurito, crampi notturni. In particolare, lamenta disturbi soprattutto chi è in sovrappeso, chi ha avuto più gravidanze e le over 60. Le patologie delle gambe, insomma, sono tipiche delle donne, ma sono le stesse donne a sottovalutarle.
In vista dell’estate cresce l’attenzione per motivi estetici, ma già all’inizio dell’autunno tutti i buoni propositi finiscono in un cassetto. Eppure le nostre gambe sono importantissimi strumenti per il controllo della nostra salute. Soprattutto dalla loro condizione è possibile leggere le caratteristiche della nostra circolazione. Trattarle bene è fondamentale. Di questo e molto altro si parlerà oggi all’incontro “Gambe, quando salute è sinonimo di bellezza”, organizzato dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (www.ondaosservatorio.it) in collaborazione con gli specialisti dell’Istituto Dermatologico Europeo (www.ide.it) e con il patrocinio della Regione Lombardia.


“Abbiamo deciso di affrontare questo problema – ha spiegato Francesca Merzagora, presidente di ONDa – non solo perché è molto sentito dalle donne per quanto riguarda il lato estetico, ma anche perché se le gambe presentano irregolarità, diminuzione di tono cutaneo, o compaiono venuzze scure molto visibili, ci troviamo di fronte a campanelli di allarme che riguardano la circolazione e la nostra salute”. “Per prima cosa, infatti – ha suggerito Andrea Preziosi, specialista in Chirurgia Vascolare – in caso di sintomi estetici o pruriti, serve un esame clinico accurato (visita specialistica angiologia e chirurgica vascolare), ed una diagnostica vascolare non invasiva (ecocolordoppler venoso degli arti inferiori) per verificare lo stadio dell’insufficienza venosa. In base a questo è possibile intervenire, sia dal lato estetico che dal lato medico”. “Si può iniziare, nei casi meno gravi – ha proseguito - con sedute di fisioterapica con linfodrenaggio manuale, oppure con laser terapia delle teleangectasie o con scleroterapia tradizionale. Se il problema è più serio vi sono interventi ancora più importanti. Naturalmente tutto questi rimedi risulteranno poco utili se non si interverrà anche sullo stile di vita”.


“Per migliorare la circolazione venosa ed evitare complicazioni – ha confermato Sandra Lorenzi, specialista in Dermatologia e Venereologia – è dunque importante intervenire sui comportamenti. Oltre alle consuete attenzioni a cibo e attività fisica, è utile dormire con le gambe sollevate di una decina di centimetri, fare una breve passeggiata durante i viaggi più lunghi in auto e in aereo”. “Può dare sollievo – ha continuato - ed essere molto utile, anche avvolgere le gambe con calze e bendaggi elastici per impedire alle vene di dilatarsi. L’impiego di farmaci vasoprotettori, naturali o sintetici, è utile per rinforzare l’elasticità dei vasi e ridurre il gonfiore alle gambe”.

“I capillari degli arti inferiori, meglio definiti con i termini di teleangectasie e micro varici – ha precisato Patrizia Gilardino, specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva – rappresentano un problema soprattutto estetico che interessa quasi il 70 per cento della popolazione femminile adulta, in alcuni casi già a partire dai 30 anni. Il trattamento più diffuso è costituito dalla scleroterapia con liquidi chimici. Un’alternativa ai liquidi chimici è dato dall’utilizzo di soluzione salina ipertonica”. Proprio con questa metodica è possibile trattare molti vasi nella stessa seduta, abbreviando i tempi di trattamento, senza rischio di incorrere nella formazione di macchie residue e senza la necessità di bendaggi post trattamento. Questo significa che è possibile tornare alle proprie attività quotidiane tranquillamente, l’unico consiglio, è cercare di evitare di esporre al sole la parte trattata per almeno una settimana.
“Solo nei casi in cui persistano teleangectasie molto fini e quindi difficilmente trattabili con la scleroterapia, e di colore rosso – ha puntualizzato Gilardino - può essere utile far seguire la scleroterapia da una fase di laserterapia. Si utilizzano a tale scopo dei laser caratterizzati da una lunghezza d’onda particolarmente affine al colore rosso, quali il Nd-Yag,  e Diodo”.


Non solo le gambe ma anche i piedi e le unghie dei piedi, sono un ottimo sistema di ‘leggere’ la nostra salute. “Spesso – ha detto Sandra Lorenzi – la comparsa di lesioni localizzate sul piede sottintende la presenza di problemi ad altri organi o tessuti. Malattie molto conosciute come quelle vascolari o neurologiche periferiche, o come il diabete, hanno nel piede segnali di allarme”. “Esistono distrofie ungueali che si osservano in particolare in pazienti con malattie vascolari periferiche come onicosi (distacco dell’unghia), Linee di Beau (solchi trasversali dell’unghia), fragilità – ha concluso -. L’immobilità con conseguente minore flusso periferico è causa di una importante riduzione della velocità di crescita ungueale con conseguente ispessimento della lamina ungueale fino a veri e propri casi di onicogrifosi (unghia deformata e incurvata verso il basso, come un artiglio) che possono essere la base per una successiva colonizzazione micotica”.

06 ottobre 2011
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