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Usa. Trump attacca i senatori GOP per la mancata abrogazione dell'Obamacare e spinge per modificare il ‘filibuster’


"A meno che i senatori repubblicani non siano tutti degli arrendevoli, si richieda un altro voto". Così tuona su twitter il presidente Usa dopo l'ennesimo tentativo andato a vuoto di cancellare almeno in parte l'ACA. E si scaglia contro la regola che permette alle opposizioni di fare ostruzionismo richiedendo, per l'approvazione di una legge, non una maggioranza relativa di 51 voti ma una di 60. Al momento, però, al GOP manca ancora un progetto di riforma condiviso.

30 LUG - Dopo l'ennesimo fallimento del prolungato sforzo da parte dei Repubblicani di aboragare l'Affordable Care Act, il presidente Donald Trump, incassato il colpo, è passato al contrattacco criticando ferocemente i senatori del GOP sui social media. "A meno che i senatori repubblicani non siano tutti degli arrendevoli, il 'Repeal&Replace' non può morire! Si richieda un altro voto". Così Trump su Twitter, nel suo primo affondo, torna sullo 'skinny repeal' bocciato lo scorso venerdì con il contributo decisivo da parte di 3 senatori Repubblicani unitisi ai Democratici nella votazione decisiva. La norma, ricordiamo, puntava ad una parziale abrogazione di alcune misure dell'Obamacare.
 

 
A quel punto, in un primo momento Trump sembrava rassegnato a lasciare che l'Obamacare andasse da sé alla deriva. Convinto del fallimento dell'ACA, il presidente Usa sembrava intenzionato ad aspettare un "inevitabile" intervento del Congresso per sostituirlo. Salvo poi, già da venerdì, tornare a spingere per la presentazione di nuove leggi che, però, sosteneva, che non potranno essere approvate a meno che il Senato non intervenga sulla pratica del "filibuster" (forma di ostruzionismo al Senato).  Regola che, ad onor del vedo, non ha niente a che fare con la mancata abolizione dell'Obamacare dei giorni scorsi.
 
Il filibuster consente a una minoranza di bloccare una legge che, altrimenti, potrebbe essere approvata con una semplice maggioranza dei voti di 51 voti (in questo caso, invece, ne sono necessari 60). Vale la pena notare che mentre Trump attacca ora il filibuster definendolo uno strumento antiquato, quattro anni fa lo difese descrivendolo come una tradizione venerabile risalente a Thomas Jefferson. Il filibuster è diventato una tattica quasi ordinaria per i partiti di minoranza per ostacolare leggi e nomine che altrimenti non potrebbero sconfiggere con una votazione ordinaria.
 
Per il presidente Usa è da imputare a questa pratica il mancato superamento dell'Obamacare, anche se, ad onor del vero, al momento i senatori del GOP non sono ancora mai riusciti a trovarsi uniti a sostegno di una proposta di riforma sanitaria condivisa. Anzi, sono andati sotto nelle votazioni anche sulla proposta di semplice abrogazione di alcune parti dell'ACA. Forzando la mano contro il filibuster, Trump ha anche scritto che la "Kate's law", un disegno di legge che punta ad aumentare le pene per i criminali che rientrano illegalmente negli Stati Uniti dopo essere stati espulsi, non passerebbe mai con le regole vigenti.
 
I repubblicani hanno bisogno di "uccidere" il filibuster, afferma Trump, in modo che questo strumento non permetta ai democratici di bloccare un più ampio disegno di legge sulla riforma sanitaria (che in realtà ancora non esiste) che sarà sostenuto da una maggioranza dei senatori (ma non di 60) una volta messo nero su bianco. E torna a tuonare su twitter: "Il popolo del nostro grande Paese è ancora costretto a vivere con l'implosione di ObamaCare!".
 
All'inizio - come ricordavamo in precedenza - Trump aveva voluto che il Congresso lasciasse implodere l'Obamacare per poi, solo allora, intervenire per sostituirlo. Adesso, dopo diverse votazioni fallimentari, la sua possibile implosione sembra assumere invece connotati negativi.
 
Giovanni Rodriquez

30 luglio 2017
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