Fazio ed Errani: sì a una sanità universalistica. Fioroni tiepido. Polverini è ormai all’opposizione
Dibattito non scontato venerdì sera alla Festa nazionale della salute del Pd. Fronte inedito Errani/Fazio, in sintonia su una sanità universalistica e senza ticket. Dure critiche al Governo dalla Polverini e, a sorpresa, Fioroni si smarca, auspicando una svolta liberal nel Ssn.
12 SET - Venerdì scorso ho avuto l’occasione di moderare un dibattito alla Festa nazionale della salute promossa dal Partito democratico.
Presenti, il ministro della Salute Ferruccio Fazio, il responsabile del Welfare del Pd Giuseppe Fioroni, i presidenti delle Regioni Lazio, Renata Polverini ed Emilia Romagna, Vasco Errani e il responsabile del forum sanità del Pd Paolo Fontanelli.
Ne scrivo perché quanto detto in quasi due ore di dibattito mi è apparso tutt’altro che scontato.
Intanto la presidente Polverini. A sentirla parlare ormai appare netta la sua demarcazione dal Governo. Critiche forti alla manovra e la richiesta ferma di rivederne i contenuti. “Se questa è la manovra – ha detto – non posso che oppormici e se mi chiedete se questo vuol dire stare all’opposizione non ho difficoltà a dire che sì, oggi mi sento all’opposizione”.
E poi il ministro della Salute Ferruccio Fazio che, schermandosi elegantemente dietro la sua competenza “esclusivamente” tecnica, annuncia la sua totale sintonia con il presidente Errani in merito al tipo di sanità che vorremmo. “Un sistema universalistico e solidale, senza ticket sulle prestazioni e senza alcuna terza gamba privata”, aveva chiosato Errani. Una visione che Fazio non ha appunto remore a definire coincidente con la sua, ribadendo che farà di tutto per correggere la manovra da qui al 30 aprile 2012 (data entro la quale occorrerà fare l’accordo con le Regioni sui tagli) e che si batterà fino all’ultimo affinché le annunciate nuove accise sui tabacchi vadano a compensare la cancellazione dei ticket sanitari e non finiscano nel calderone di Tremonti.
A sorpresa, chi spiazza l’uditorio richiamando al realismo dei conti e all’impossibilità di continuare a garantire un welfare basato su indici di vecchiaia non più realisitici e con le inevitabili ripercussioni che l’invecchiamento avrà sulla spesa sanitaria e il tutto quando il Paese è a serio rischio di finire come la Grecia, è stato Giuseppe Fioroni che sembra ormai auspicare un cambio di passo nella sanità italiana. Un cambio che preveda una diversa e diretta compartecipazione da parte dei più abbienti e che non appare poi così distante da quanto scritto nel “libro bianco” di Sacconi a proposito di universalismo selettivo.
Eppure nella sua introduzione Paolo Fontanelli era stato chiaro: “Il Pd è per un sistema pubblico universalistico e solidale, basato sulla fiscalità generale, sul quale occorre investire e non tagliare anche perché la nostra spesa sanitaria resta tra le più basse tra quelle dei Paesi europei a noi comparabili”.
Un Fioroni aperturista al fronte liberal quindi? Forse sul welfare, ma certamente nessuna apertura a questo Governo. A Fazio che chiedeva un patto per superare l’impasse della manovra sulla sanità, lavorando insieme per un nuovo Patto per la salute, risponde: “Se ne può parlare con un altro Governo. Con Berlusconi a Palazzo Chigi non crediamo possibile alcun Patto”, neanche sulla salute, evidentemente.
Cesare Fassari
12 settembre 2011
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