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Parto: a otto donne su dieci piace “naturale”


È quanto emerso da un’indagine condotta dall’Osservatorio nazionale per la salute della Donna (Onda) in collaborazione con il Dipartimento di salute materno infantile dell’Oms. Un risultato che sembra annunciare una leggera inversione di tendenza rispetto allo scenario italiano dove quattro bambini su dieci nascono con taglio cesareo.

07 SET - Il parto naturale batte il cesareo otto a due. Su mille donne intervistate ottocento hanno, infatti, espresso la loro propensione verso la nascita naturale. È quanto emerso dall’indagine promossa da Osservatorio Nazionale per la salute della Donna (Onda) in collaborazione con il Dipartimento di salute materno infantile dell’Oms e presentata oggi a Milano. Obiettivo della ricerca: conoscere le reali motivazioniche hanno spinto le già mamme (53.7%) o le future mamme (46.2%) a scegliere il parto naturale piuttosto che il taglio cesareo. Il dato emerso sembra annunciare una leggera inversione di tendenza rispetto alle pratiche tutte italiane che inseriscono il nostro Paese fra le nazioni in cui si effettua il più alto numero di parti cesarei, all’incirca il 40% (quando le soglie raccomandate dall’Oms si limitano al 15%).

Secondo il sondaggio le donne preferiscono il parto naturale, sia per ragioni di carattere emotivo-affettivo (non perdere le prime ore di vita del bambino (63%), avere il compagno al proprio fianco (40%) o, nel 35%, allattare con più facilità, sia per motivi di ordine funzionale, quindi ospedalizzazione più breve (53%), recupero fisico più veloce (49%), meno dolore post operatorio (44%), gravidanze future illimitate (47%) e, nel 46%, assenza di cicatrici. È invece principalmente legata al timore del dolore per sé (53%), alla sofferenza per il bambino (39%), o a un senso di maggiore sicurezza (36%) la scelta delle 200 donne (20%) che prediligono il taglio cesareo. Fra le donne che scelgono il parto cesareo è molto apprezzata la possibilità di poter pianificare, con questa modalità di parto, la data della nascita (46%) o poter ritornare più rapidamente ad una normale vita sessuale (21%). È al ginecologo (52%) che le donne si rivolgono per avere consigli e informazioni su gravidanza e parto, a cui seguono amici (23%), parenti (22%) o riviste divulgative (17%).

“Nel scegliere il parto cesareo rispetto al naturale – ha dichiarato Francesca Merzagora, presidente di Onda – la donna è spesso inconsapevole dei rischi e delle controindicazioni che, quale atto chirurgico, esso comporta. Il taglio cesareo non è dunque soltanto indice di una popolazione femminile che tende a partorire oltre i quarant’anni, ma segnala una patologia del sistema che va controllata, compresa, assimilata e corretta con adeguate strategie. In questo senso la recente decisione del ministro Fazio di razionalizzare e ridurre progressivamente i punti nascita con numero di parti inferiore a mille, con le previste eccezioni territoriali, va certamente in questa direzione”.

“Da anni – precisa Mario Merialdi, Coordinatore dell’Unità di Salute Materna e Perinatale e del Dipartimento di Salute e Ricerca Riproduttiva dell’Oms – seguiamo con attenzione le tendenze mondiali sull’uso del taglio cesareo, che in molti paesi, fra cui l’Italia, mostrano un aumento considerevole dei tassi. Capirne le cause è importante al fine di sviluppare interventi di politica sanitaria che possano garantire alle donne una scelta libera e consapevole della modalità di parto. I risultati del sondaggio confermano che interventi già proposti in passato, come il garantire l’accesso all’epidurale a tutte le donne, potrebbero contribuire a limitare il numero dei cesarei non giustificati da ragioni mediche”.

07 settembre 2011
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