Siria. Foad Aodi (Medici stranieri): “Oltre 125 morti di cui 32 bambini e 12 professionisti della sanità, 400 i feriti. Chiediamo la verità. Solidarietà al popolo siriano, urge corridoio umanitario”
Gli ultimi attacchi in Siria hanno causato la morte di oltre 100 persone tra cui numerosissimi bambini e anche 12 professionisti della sanità. Faod Aodi chiede verità per l'accaduto, chiedendo all'Onu e alla Comunità Europea di uscire dal "loro torpore" e attivare nell'immediato un corridoio umanitario. Aodi aggiunge che serve sostegno alle strutture sanitarie in Siria
05 APR - A seguito degli attacchi in Siria, dove nuovi raid hanno colpito le città di Idlib e Khan Shaykhun,
Foad Aodi, Presidente dell'Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (Amsi), delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) e fondatore della Confederazione Internazionale Umem- Unione Medica Euro Mediterranea, riporta le statistiche che provengono da fonti mediche e ospedaliere in loco: "Continuiamo - spiega
Aodi - a commentare con il cuore in mano e dolorante la tragedia della Siria, esprimendo prima di tutto la nostra solidarietà al popolo siriano, ai bambini e alle donne che sono le prime vittime di un massacro senza fine".
"La situazione - aggiunge
Aodi - é aggravata da un'altra guerra, quella di informazione e mediatica: le notizie riportate non fanno chiarezza sulla tragedia. Stando alle fonti mediche e ospedaliere che si trovano nel Paese, i morti dopo l'ultimo raid ad Idlib e a Khan Shaykhun sono 125, di cui 32 di sono bambini, 12 professionisti della Sanità. Le strade delle città sono cosparse di feriti e cadaveri. I feriti ammontano a 400; la maggior parte di loro riporta difficoltà respiratorie, soffocamento, lacrimazione oculare e battiti cardiaci accelerati. Chiediamo a nome delle Co-mai la verità sull'accaduto e chiediamo all'Onu e alla Comunità Europea di uscire dal loro torpore e attivare nell'immediato un corridoio umanitario. Serve sostegno alle strutture sanitarie in Siria che si trovano attualmente in una condizione di paralisi. Mancano medici, infermieri, ambulanze e medicinali. Manca il sangue e mancano gli strumenti per effettuare interventi chirurgici d'urgenza. Lanciamo quindi il nostro appello #Salviamoibambinisiriani. Speriamo che la nostra voce possa arrivare al cuore di tutti i politici che hanno il potere di decidere e possono contribuire alla risoluzione pacifica del conflitto siriano".
Lorenzo Proia
05 aprile 2017
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