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Rifugiati. MSF: “Decisione Usa mette a rischio la vita di chi fugge dalle guerre”


Troppa gente in cerca di una vita migliore rischia di non poterne avere più nemmeno una. Dopo la decisione di Donald Trump di sospendere il programma di reinsediamento dei rifugiati negli Stati Uniti, arriva il commento di Medici Senza Frontiere che chiede l’immediata riattivazione del programma. Le richieste di Msf e i numeri dell’emergenza umanitaria.

30 GEN - “Un atto disumano contro persone che fuggono da zone di guerra”. Non usa mezzi termini Medici Senza Frontiere per definire la sospensione del programma di reinsediamento dei rifugiati negli Stati Uniti, voluta da Donald Trump. L’associazione chiede anche l’immediato ripristino del programma.
“Le nostre equipe sul terreno – ha affermato Jason Cone, direttore esecutivo di Msf negli Usa - vedono ogni giorno persone che cercano disperatamente sicurezza di fronte a frontiere chiuse o confinate in zone di guerra da cui non possono fuggire. Sbarrare le porte degli Stati Uniti, dove per anni l’ingresso dei rifugiati è stato rigorosamente controllato, mina il concetto basilare che le persone devono poter fuggire per salvarsi la vita.” 
 
I numeri dell’emergenza
Secondo l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), nel mondo ci sono al momento più di 65 milioni di sfollati, la cifra più alta mai registrata dalla Seconda Guerra Mondiale.
Sono quasi 5 milioni i siriani fuggiti in paesi confinanti, come il Libano e la Giordania, che hanno meno abitanti di molti stati americani. Tutti gli Stati Uniti ne hanno accolti finora meno di 20 mila. Molti altri siriani sono ancora bloccati nel proprio paese, di cui decine di migliaia nel deserto vicino alla frontiera chiusa con la Giordania e in altre zone di frontiera in tutta l’area. “L’ordine esecutivo di Trump – ha spiegato Msf - condannerà molte persone a restare bloccate in zone di guerra, mettendo direttamente in pericolo le loro vite”. 

L’identikit dei rifugiati
“I rifugiati – ha continuato Cone di MSF - sono madri, padri e bambini che vogliono quello che vogliamo tutti: un posto sicuro dove vivere le loro vite, lontani da guerre e persecuzioni. Sono rifugiati per cause indipendenti dal loro controllo. Chiediamo al governo USA di abolire questi divieti, riavviare il programma di reinsediamento dei rifugiati e porre fine alle misure selettive contro i cittadini di specifici paesi, dove il nostro personale è spesso presente e testimonia in prima persona l’estrema violenza da cui queste persone stanno cercando di fuggire.”  
 


 

30 gennaio 2017
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