Tropea. Dimesso dal Pronto Soccorso, muore dopo 4 ore. Il figlio scrive a Lorenzin: “Chiudete i piccoli ospedali”
“Si occupano di tutto senza avere una competenza profonda su niente”, denuncia il figlio, che ha sporto denuncia alla Questura di Vibo Valentia e chiede a Lorenzin di inviare a Tropea anche gli ispettori del Ministero per accertare se via sia stata negligenza da parte dei medici.
24 GEN - Si è recato all’ospedale di Tropea su consiglio della guardia medica e accompagnato dal suo medico di famiglia. Ma dopo più di tre ore al pronto soccorso e un elettrocardiogramma che ha fatto emergere delle aritmie sinusoidali, è stato dimesso con l’indicazione di assumere una soluzione fisiologica e un farmaco anti ulcera. Quattro ore dopo, a casa, in piena notte, si è aggravato e i professionisti dell’emergenza chiamati dalla moglie non hanno potuto che costatarne il decesso. A ricostruire la vicenda è il figlio,
Dario Francolino, che ha sporto denuncia, dando il via alle indagini della Procura di Vibo Valentia.
“Mio padre si è sentito male domenica pomeriggio, intorno alle 17. Accusava un forte dolore alla pancia, e visitato dalla guardia medica che gli ha consigliato di recarsi al pronto soccorso, è stato accompagnato dal suo medico di famiglia all’Ospedale di Tropea. È stato tenuto più di tre ore al pronto soccorso e poi dimesso: è entrato con un dolore diffuso tra petto e collo e l’hanno dimesso, non risolvendo il problema e non investigando sulle cause del suo malessere – è stato fatto un solo elettrocardiogramma, non ripetuto, che ha fatto emergere delle aritmie sinusoidali. Dopo aver letto l’esito ‘anomalo” dell’elettrocardiogramma alle 21.01, alle 21.08 è stato dimesso dandogli come terapia una soluzione fisiologica e un farmaco anti ulcera. Mio padre è tornato a casa ancora accusando il dolore e all’1.28 sono arrivati i paramedici allertati da mia madre che non hanno potuto far altro che constatarne il decesso”, racconta il figlio.
Il figlio dell’uomo deceduto ha scritto anche una lettera al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per “evitare che ciò che è successo a mio padre possa capitare a un’altra persona”. “Mio padre – spiega Dario Francolino - non era cardiopatico, mi si può dire che tutto può succedere all’improvviso e va bene, ci credo ma mio padre ha avuto 7 ore di sofferenza e dei sintomi evidenti. Non posso accettare che mio padre non sia stato tenuto in osservazione quella notte e sia stato mandato a casa con una leggerezza e superficialità sconcertante. Dalle 21 alle 24 doveva stare in ospedale, se fosse rimasto lì probabilmente si sarebbe salvato, o forse no, ma non lo sapremo mai”.
Francolino chiede quindi a Lorenzin di fare intervenire gli ispettori del Ministero della Sanità presso la struttura del pronto soccorso di Tropea “perché possano supportare l’impegno della magistratura e delle forze dell’ordine per accertare la verità”. “Mio padre – scrive nella lettera -, potrebbe – il condizionale è d’obbligo – essere morto perché si è affidato alle cure di una struttura che non ha una competenza specifica cardiologica, potrebbe essere morto perché la struttura che non aveva questa competenza potrebbe, con una leggerezza inaudita, non averlo indirizzato verso dei presidi adeguati come quelli di Catanzaro o Cosenza – perché in questa regione c’è la buona sanità”.
“E allora – domanda Francolino a Lorenzin - perché i piccoli ospedali sul territorio che si occupano di tutto senza avere una competenza profonda su niente sono ancora aperti?”.
24 gennaio 2017
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