Non autosufficienza. Spese a carico dei malati, allarme per 2,6 mln di italiani
Il livello di copertura del Ssn per la non autosufficienza scenderà dall’attuale 77% al 50%. A denunciarlo è stata Assoprevidenza, nel corso di un convegno organizzato oggi al Roma. Già oggi il problema colpisce una famiglia su dieci. Sono 2 milioni gli anziani non autonomi per almeno una delle funzioni essenziali della quotidianità. Fazio: "Necessarie nuove politiche per sfidare i problemi legati all'invecchiamento".
28 MAR - La copertura delle spese assistenziali per la non autosufficienza sono un argomento di sempre più scottante attualità, non solo per l’Italia ma per tutti i Paesi dell’Unione Europea. In Italia le persone non autosufficienti sono circa 2,6 milioni (il 4,8% della popolazione). Si tratta di persone con totale mancanza di autonomia per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana (camminare, mangiare, lavarsi, vestirsi). Ben 2 milioni sono persone anziane.
La disabilità cresce con l’età: 9,7% per la fascia di età 70-74 anni; 17,8% per la fascia 75-79 anni; 44,5% per gli over 80. La disabilità è più diffusa nelle regioni del Sud (5,2%) e nelle isole (5,7%), rispetto al Nord dove supera di poco il 4%.
Questi dati sono stati presentati questa mattina a Roma nel corso del convegno “
L’evoluzione nei regimi di assistenza sanitaria: recenti riforme e coperture di non autosufficienza”, organizzato da Assoprevidenza, l’Associazione italiana per la Previdenza e Assistenza Complementare.
Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha inviato una lettera di saluto ai partecipanti, nella quale ha sottolineato che la sfida che il sistema fin d’ora si trova a dove affrontare “è quella nei confronti delle condizioni tipiche dell’invecchiamento; le politiche future devono, pertanto, essere in grado di progettare dei percorsi in grado di ridurre il peso delle complicanze e in particolare delle disabilità”. “È necessario – ha proseguito il ministro - realizzare la presa in carico globale della persona nei suoi bisogni sanitari, sociali e relazionali. Deve essere superata l’erogazione di prestazioni parcellizzate per arrivare alla realizzazione di processi condivisi con gli utenti, a cui riconoscere il ruolo di soggetti attivi nella scelta e nella produzione della propria salute”. Fazio ha anche parlato della necessità di non “disperdere ricchezze in moltiplicazioni di prestazioni poco appropriate per investire molto di più sulla dimensione della ricerca e delle qualità delle prestazioni. In questo modo – ha concluso il messaggio - saremo sicuri che le risorse verranno ben utilizzate, i cittadini avranno il massimo sia sul piano sanitario che sul piano sociale”.
Nel corso dei lavori si è spiegato come, se oggi la non autosufficienza coinvolge una famiglia italiana ogni dieci, con l’invecchiamento della popolazione il problema è destinato a crescere nei prossimi anni. Attualmente il 20,1% della popolazione ha più di 65 anni, ma già nel 2051 gli over 65 saranno il 34,3%: quindi sarà anziano un italiano su tre, con una moltiplicazione del numero di non autosufficienti rispetto alla situazione attuale. Questo scenario porterà a un incremento esponenziale dei costi dell’ assistenza, già oggi elevatissimi, sempre crescenti e difficilmente sostenibili da una famiglia media.
Considerata l‘esiguità delle risorse pubbliche, le prospettive per una valida risposta a questa emergenza nazionale sono quelle di forme complementari di assistenza, mentre il livello di copertura pubblico, attualmente del 77%, dovrà ridursi fino al 50%. Una parte significativa della spesa, quindi, verrà dalle tasche dei privati.
All'estero stanno già provvedendo in questo senso. Per esempio, osserva Assoprevidenza, in Germania è stato istituito nel 1995 un fondo obbligatorio alimentato dai contributi dei lavoratori e dei datori di lavoro. In Olanda il fondo per la non autosufficienza è attivo dal 1968 e attualmente assiste circa 588.000, pari al 3,6% della popolazione. In Francia si è optato per un sistema misto con un fondo finanziato in parte dalla fiscalità generale, in parte dai dipartimenti regionali. Il Fondo prevede una compartecipazione al costo dei cittadini che accedono al servizio, proporzionata al reddito. In Irlanda e nel Regno Unito esiste un sistema di copertura per i casi di bisogno dove l’erogazione delle prestazioni è suddivisa fra il sistema sanitario nazionale e gli enti locali. Diverse modalità ai quali potersi ispirarre per trovare una soluzione ad un problema non più rimandabile.
28 marzo 2011
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