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8 marzo: per le ostetriche una festa doppia


Sono in grandissima parte donne e la loro professione è tutta rivolta alla salute delle donne. In più quest’anno possono festeggiare riconoscimenti importanti, registrati tanto nel nuovo Piano sanitario nazionale, quanto nel Piano sui Punti nascita: un rinnovato valore alla gravidanza e al parto fisiologici, più naturali e più “economici”.

08 MAR - Una professione antichissima, che sembrava superata dalla modernità, sempre più orientata ad una medicalizzazione della gravidanza e del parto.
Ma, ora, con la convergenza di diverse ragioni, che vanno dall’esigenza delle donne ad essere protagoniste non espropriate della propria scelta di maternità a quella del sistema sanitario di evitare costi superflui, le ostetriche tornano ad essere centrali nella strategia della sanità italiana.
Lo sottolinea, in un articolo apparso sul primo numero della nuova serie di Lucina – La rivista dell’ostetrica/o, le vicepresidente della Fnco (Federazione nazionale dei Collegi delle Ostetriche) Antonella Cinotti.
“Nella nostra epoca – scrive Cinotti – lo sviluppo dell’epidemiologia e la necessità del contenimento dei costi sanitari, hanno determinato l’affermazione della Evidence Based Medicine ed i risultati delle ricerche validate in area ostetrico-ginecologica, stanno restituendo ai processi normali del ciclo vitale e riproduttivo della donna la loro dimensione biologica e sociale. Le ultime linee guida sulla gravidanza fisiologica ed il taglio cesareo, nonché il Psn 2011-2013 e il documento di revisione dei Punti nascita recentemente approvati, rappresentano importanti punti di forza per l’attuazione della midwifery care e la tutela del valore sociale della professione”.
Ma il nuovo Psn introduce anche una possibilità innovativa, da tempo richiesta dalle ostetriche ma osteggiata da più parti: la prescrivibilità da parte delle ostetriche degli esami diagnostici necessari a seguire una gravidanza fisiologica.
A questo proposito Cinotti sottolinea: “Il Psn riserva uno spazio importante al percorso nascita e riconosce la mancanza di continuità assistenziale, auspica la demedicalizzazione delle gravidanze a basso rischio e ribadisce la necessità di ridurre i tagli cesarei. Di grande rilevanza appare, infatti, l’indicazione al ricorso di appropriasti strumenti per la selezione del rischio ostetrico e la separazione dei percorsi sulla base di quest’ultimo. La prescrivibilità delle analisi per la gravidanza a basso rischio da parte dell’ostetrica rappresenterà, invece, una ulteriore ed importante occasione per sollecitare nelle sedi istituzionali di competenza, la soluzione delle questioni burocratico-normative che a tutt’oggi hanno negato questa possibilità alle ostetriche”.

08 marzo 2011
© Riproduzione riservata

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