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Droghe. Lila: “In Italia rischio Aids per chi usa sostanze 15 volte superiore che in Europa”


La causa di questa situazione, spiega il presidente della Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids Massimo Oldrini, "è da ricercarsi nell'assenza di offerta dei test nel 69,5% dei Sert italiani e nella completa assenza nel nostro paese di una politica di riduzione del danno".

25 GIU - "In Italia il 43% delle persone che assumono sostanze per via iniettiva arriva tardi alla diagnosi da Hiv, una percentuale ben maggiore di quella europea che è del 29%”. Lo denuncia, in occasione della giornata internazionale sulle droghe, il presidente della Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids (LILA) Massimo Oldrini. "La causa di questa situazione – spiega - è da ricercarsi nell'assenza di offerta dei test nel 69,5% dei Sert italiani e nella completa assenza nel nostro paese di una politica di riduzione del danno".

Questa situazione fa si che molte persone che consumano sostanze scoprono di avere l'Hiv solo quando il loro sistema immunitario è fortemente compromesso. "Insieme alla diagnosi di Hiv, viene quindi fatta quella di Aids, con gravi ripercussioni sia sulla salute degli individui sia sulla collettività". Per Oldrini l'offerta del test Hiv, la disponibilità di siringhe sterili e la terapia sostitutiva per i gruppi vulnerabili, come le persone che usano sostanze per via iniettiva, “sono pratiche di riduzione del danno raccomandate dall'Organizzazione Mondiale della Salute e dall'Unaids che l'Italia sta ignorando completamente", sottolinea il presidente della LILA. "In particolare la situazione è drammatica nelle carceri dove è vietato l'uso di siringhe e condom nonostante diversi studi abbiano affermato che vengono consumate droghe".

"Valutiamo con favore la nuova apertura del Dipartimento per le Politiche Antidroga alle consultazioni delle organizzazioni della società civile”, conclude Oldrini. A livello internazionale,in vista della prossima Assemblea Onu sulle droghe (Ungass 2016) la LILA auspica un cambio di scenario nell'approccio al tema, che comprenda la revisione delle convenzioni internazionali e la legalizzazione regolamentata delle sostanze, “perché la criminalizazzione e l'illegalità nella quale sono costrette milioni di persone che usano droghe sono i miglior alleati dell'Hiv”.
 

25 giugno 2015
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