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Stop Opg rilancia mobilitazione: “Commissariare Regioni inadempienti e investire sui servizi per la salute mentale”


Il comitato rivendica l’attuazione della nuova legge 81 che, “spostando il baricentro dalla logica manicomiale alla cura delle persone nel territorio, privilegia le misure non detentive e rende obbligatorie le dimissioni a fine pena”. E chiede che vengano obbligatoriamente inviati al Ministero della Salute i progetti terapeutici riabilitativi per ciascun assistito.

21 MAG - Il comitato stopOPG rilancia una nuova fase di mobilitazione con un nuovo Appello per “chiudere davvero degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari”. La richiesta è chiara ed esplicita: commissariare le Regioni inadempienti “che stanno rallentandone la chiusura”. E ancora, il comitato denuncia i troppi nuovi internamenti nelle Rems con le misure detentive, “che continuano ad essere la regola anziché l’eccezione”.

Perciò stopOPG rivendica l’attuazione della nuova legge 81 che, “spostando il baricentro dalla logica manicomiale alla cura delle persone nel territorio, privilegia le misure non detentive e rende obbligatorie le dimissioni a fine pena”. Nel complesso, “per evitare che le Rems diventino nuove strutture manicomiali”, la richiesta è “spostare e investire risorse finanziarie e di personale nei servizi del territorio e nei Dipartimenti di Salute Mentale, per una buona assistenza socio sanitaria e buone pratiche per la salute mentale”.

Per fermare i nuovi ingressi, anche nelle Rems, e favorire ledimissioni, attraverso una presa in carico socio sanitaria delle problematiche nel territorio e buone pratiche per la salute mentale, il comitato propone di introdurre l’obbligo di presentare e inviare al Ministero della Salute i progetti terapeutici riabilitativi per ciascun assistito, di organizzare la collaborazione fra magistrature e Regioni/Asl e di implementare una formazione, anche congiunta, degli operatori coinvolti. Altro punto evidenziato da Stop Opg riguarda il mantenimento in attività l'organismo di monitoraggio per il superamento degli Opg (Ministero Salute e Giustizia/Dipartimento per l'Amministrazione Pentenziaria, Regioni) “che deve rendere pubblici i dati: quanti nuovi ingressi, quanti dimissioni, quante misure alternative all'internamento”.

Infine, conclude il comitato, resta necessario chiudere definitivamente “il rubinetto” che alimenta gli ingressi in Opg e quindi nelle Rems, “modificando le norme che mantengono l'istituto giuridico speciale per il folle reo. Il famigerato codice Rocco che, con la equazione ‘follia uguale pericolosità sociale’, ancora separa le persone con malattia mentale autori di reato dalla piena cittadinanza. Questo comporterà il rinvio a giudizio anche per il ‘folle reo’ e se giudicati colpevoli l'esecuzione di una giusta pena. E in questo caso resta da affrontare, come oggi, il tema del diritto alla salute e alle cure troppo spesso negato per i detenuti, e – conclude - come assicurare misure non detentive per la cura e la riabilitazione delle persone malate e, più in generale, delle persone sottoposte a misure restrittive”.
 

21 maggio 2015
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