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Tabagismo. Il manifesto delle società scientifiche per un Paese 'No smoking': "Più tasse e meno nicotina nelle sigarette"


L'obiettivo è articolare una programmazione graduale e capillare che porti  alla riduzione, progressiva ma sostanziale, della prevalenza di fumatori, e alla possibilità di eradicare il tabagismo in Italia in 20-25 anni. Proposto un programma economico di sostituzione delle entrate delle accise nel bilancio dello Stato.

15 NOV - Entro il 2035 l’Italia potrebbe essere un paese 'No smoking', allineandosi alle altre nazioni che hanno elaborato le loro strategie e fissato la data dell’endgame: la Nuova Zelanda e l’Irlanda nel 2025, la Scozia nel 2034, la Finlandia nel 2040. Per farlo le principali società scientifiche di salute pubblica hanno elaborato un manifesto condiviso che verrà portato all’attenzione delle istituzioni nazionali.

Il manifesto propone allo stato Italiano di definire subito una strategia di 'endgame' per il tabacco in Italia. Oggi sono disponili prove scientifiche di efficacia di interventi che sarebbero capaci di ridurre sostanzialmente la prevalenza di fumatori: politiche di prezzo e di limitazione di uso, campagne di mass media, strategie di disassuefazione, interventi di prevenzione primaria. Una programmazione articolata e graduale della loro implementazione nel tempo può portare alla riduzione, progressiva ma sostanziale, della prevalenza di fumatori, e alla possibilità di eradicare il tabagismo in Italia in 20-25 anni. Il Manifesto sarà discusso nell’ambito del X° Congresso SITAB in corso a Torino .“Per quanto ci riguarda - dichiara il Presidente della Sitab Biagio Tinghino - siamo convinti che si debba insistere sulla promozione dei servizi ambulatoriali per il tabagismo attraverso l’estensione dei Lea alle cure per il tabagismo, e gratuità dei farmaci per la cessazione dal fumo”.

“La definizione di una deadline così lontana permette di articolare nel tempo anche gli interventi di riequilibrio economico (come ad esempio sostituire la fonte di entrata dell’accise), la programmazione della ricollocazione degli operatori economici, dagli agricoltori agli operai dell’industria del tabacco, ai tabaccai stessi - sostiene Fabrizio Faggiano Presidente dell’Associazione Italiana di Epidemiologia promotrice dell’iniziativa - La strategia di fine corsa, verrà proposta dall’Associazione italiana di Epidemiologia, dalla Sitab e dalla Società Italiana di Igiene a tutte le associazioni scientifiche interessate, da quelle di oncologia a quelle di cardiologia e di malattie respiratorie. Questa, oltre che includere tutti gli interventi cui lo Stato italiano si è impegnato sottoscrivendo la Convenzione quadro per il controllo del tabacco, deve includere le altre azioni efficaci ed innovative".

I PUNTI DEL MANIFESTO
1. aumenti progressivi della tassazione;
2. estensione progressiva delle aree di divieto di fumo (ad esempio aree di competenza sanitaria, parchi per bambini, automobili in presenza di bambini, strutture sportive etc);
3. riduzione progressiva del contenuto massimo di nicotina nel tabacco (Malone 2013);
4. varo di una strategia di cessazione, incentrata su prestazioni efficaci e gratuite, e supportata da interventi di promozione della cessazione, ad esempio tramite campagne di comunicazione;
5. un programma economico di sostituzione delle entrate delle accise nel bilancio dello Stato. Questo potrebbe essere anticipato da una strategia di transizione, che preveda che una parte della accise venga investita in interventi di prevenzione e cessazione (ad esempio in campagne di mass media, a supporto dei centri antifumo);
6. un programma di riconversione dell’industria del tabacco in Italia e di riqualificazione degli occupati nel settore;
7. un programma di riconversione del settore della tabacchicoltura;
8. l'adozione di confezioni generiche per i pacchetti di sigarette e di tabacco;
9. l’incentivazione della sostituzione delle sigarette con prodotti alternativi meno dannosi, come le sigarette elettroniche (harm reduction endgame, van der Eijk 2013)
10. una strategia di “narrazione” dell’endgame che miri a de-normalizzare l’uso del tabacco in Italia, a cui dovrebbero contribuire campagne di mass media, e una condivisione dei valori della strategia con membri influenti della società civile, in modo che concorrano quando possibile alla sua diffusione.
La strategia dovrebbe inoltre anche considerare un intervento innovativo e di grande impatto comunicativo, adottato in tutti i paesi che si sono dotati di una strategia di “endgame”:
11. la decisione di vietare il tabacco per tutte le generazioni nate successivamente ad un dato anno, ad esempio il 2005 (Tobacco free generation, Berrick 2013)

Le società scientifiche di sanità pubblica italiane che sottoscriveranno questo manifesto, chiameranno le istituzioni interessate, il Ministero della salute, il Ministero dell’economia e finanze, il Ministero delle politiche agricole, il Ministero dello sviluppo economico, ad un confronto sulla strategia per l’endgame in Italia, e si dichiarano fin d’ora disponibili ad ogni collaborazione al fine di una sua rapida definizione.

Il tabagismo provoca globalmente oltre 6 milioni di morti l’anno, è responsabile del 4% degli anni di vita persi, il 12% in Europa (Global burden of disease 2010), e di un costo economico stimato in 500 miliardi di dollari l'anno (WHO). Eppure in Italia la costruzione di strategie efficaci contro questo flagello va molto a rilento a causa del conflitto fra le istanze di salute e quelle economiche di cui le agenzie centrali sono vittime: ogni intervento realmente efficace nel ridurre iL numero di fumatori determinerebbe infatti una riduzione del gettito fiscale legato all’accise sul tabacco. 

15 novembre 2014
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