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Corruzione in sanità. Come contrastarla e garantire la sostenibilità del Ssn. Se na parla domani alla Cattolica


Domani all’Università Cattolica di Roma sarà protagonista d’eccezione Raffaele Cantone, presidente Autorità nazionale anticorruzione (Anac), in un colloquio promosso dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems). Stipulato un accordo tra Università Cattolica e Guardia di Finanza per la formazione di ufficiali e sottoufficiali impegnati nella lotta agli sprechi in sanità.

03 NOV - Fonte di sprechi e disservizi, la corruzione in sanità “succhia” risorse preziose soprattutto in tempi di crisi economica: questo uno dei temi che saranno al centro del colloquio d’eccezione con Raffaele Cantone, presidente Autorità nazionale anticorruzione (Anac), che si terrà domani alle ore 17.00 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, promosso dall'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems). In occasione dell’incontro “Corruption in sanità e sostenibilità del sistema” sarà presentato anche l’importante accordo tra Università Cattolica e Guardia di Finanza per implementare la formazione dei propri militari addetti al controllo della spesa sanitaria, attraverso la partecipazione al “Master in organizzazione e gestione delle aziende e dei servizi sanitari”, organizzato da Altems. La XIX edizione del Master partirà a febbraio 2015.
 
L’accordo stipulato con la Cattolica di Roma prevede la formazione degli ufficiali e dei sottoufficiali della Guardia di Finanza sui temi del management sanitario con particolare riferimento agli strumenti di controllo della spesa sanitaria. La formazione avviene in particolare attraverso la partecipazione al Master universitario di II livello in Organizzazione e gestione delle aziende e dei servizi sanitari promosso da Altems in collaborazione con le facoltà di economia e di medicina e chirurgia dell’Ateneo.

La corruzione ha un costo elevato per i nostri sistemi, ancor più gravoso in questi tempi di crisi e di dolorose rinunce. In particolare, la Rete Europea contro le Frodi e la Corruzione nel Settore sanitario ha stimato che in Europa (e in Italia – Dati ISPE) il 5,6% del budget per la sanità sia assorbito dalla corruzione. Oltre al danno economico, la corruzione danneggia la credibilità del sistema, disincentivando gli investimenti e frenando quindi lo sviluppo economico del Paese (Relazione illustrativa della Legge 190/2012).
Proprio dalla consapevolezza del problema è scaturita l’esigenza di mettere a punto e varare la Legge 6 novembre 2012, n. 190 (c.d. anticorruzione), che costruisce una rete di vigilanza anticorruzione in sanità, articolandola dal livello centrale e nazionale, fino ai livelli locali e aziendali, mettendo a sistema e rafforzando strutture in parte già esistenti.

“Il tema che il Convegno intende affrontare - ha affermato il direttore Altems, Americo Cicchetti - è come trasformare la legge in uno strumento di cambiamento nel settore sanitario. In tal senso, una piccola rivoluzione è avvenuta con il d.lgs 33/2013 che disciplina il diritto alla trasparenza, intesa come accessibilità totale alle informazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità”.
Altems ha svolto numerosi studi sulla spesa sanitaria con particolare riferimento all’analisi degli sprechi e delle inefficienze. Ha dato per esempio un prezioso contributo alla realizzazione del primo Libro Bianco sulla corruption in sanità, pubblicato dall'Istituto per la Promozione dell'Etica (ISPE)-Sanità nella sua versione definitiva a settembre 2014, che vuole rappresentare un punto fermo nel contrasto a corruzione, sprechi e inefficienze che minano, in un'ottica di medio termine, la sostenibilità del nostro sistema sanitario.
Sempre Altems ha inoltre realizzato il capitolo “Analisi degli sprechi in sanità e stima economica dell’impatto della corruzione”, in collaborazione con il gruppo Economic Evaluation, HTA and Corruption in Health (EEHTA) del Ceis-Tor Vergata.


Impatto della corruzione, ecco dove si annidano gli sprechi
Partendo dall'analisi dei conti economici del 2010 di tutte le Asl e aziende ospedaliere di ogni Regione, gli studiosi hanno cercato di individuare le possibili "sacche" di inefficienza. Hanno così notato che alcune voci di costo non strettamente sanitarie - ovvero: lavanderia, pulizie, mensa, smaltimento rifiuti, utenze telefoniche, nonché elaborazione dati, premi assicurativi e spese legali - presentano un impiego delle risorse superiore a quanto sarebbe lecito attendersi, soprattutto se correlate al peso che hanno sull'intera spesa sanitaria pubblica. I ricercatori hanno quindi valutato la variabilità di queste voci, in relazione a parametri quali la popolazione residente (per le Asl), il numero dei dimessi e le giornate di degenza (per le aziende ospedaliere).

“I risultati - conclude Cicchetti - mostrano che se solo si riducesse di un quarto la variabilità riscontrata i risparmi legati alle otto voci di spesa esaminate sarebbero di quasi due miliardi all'anno, per l'esattezza: circa 900 milioni per le Asl e più di 964 milioni per le aziende ospedaliere”. La variabilità dei costi è significativa sia in termine di macro-aggregato (Beni e servizi) sia per specifiche voci. E anche all'interno di ogni Regione esiste una differenza enorme di costi per ciascuna voce". 

03 novembre 2014
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