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Ebola. Simit: "Anche l'Italia è in stato di allerta. Sicilia la regione più a rischio"


In Italia sono già state attivate tutte le possibili misure di prevenzione a livello nazionale, regionale e locale, comprese le misure di profilassi presso porti e aeroporti. La Sicilia resta la regione più a rischio per i continui sbarchi di clandestini. Essendoci scarsi sistemi di controllo negli aereoporti dei Paesi colpiti dalla pandemia, "non si può escludere del tutto che l'infezione giunga anche in Italia".

09 OTT - Dopo i casi registrati in Spagna, anche in Italia si è alzato il livelo di allerta sul rischio Ebola. Lo ha annunciato la Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), spiegando come siano già state attivate tutte le possibili misure di prevenzione a livello nazionale, regionale e locale, comprese le misure di profilassi presso porti e aeroporti. Le regioni italiane più esposte geograficamente al rischio di importazione della malattia da virus Ebola sono le regioni costiere presso le cui aree portuali sbarcano periodicamente clandestini provenienti dai Paesi africani. 

"La Sicilia - ha spiegato Antonio Chirianni, Vicepresidente Simit - per motivi geografici, sembra essere la regione più interessata dal potenziale contagio, a causa dei periodici sbarchi di clandestini lungo le sue coste. Sebbene l'infezione si trasmetta mediante contatto interumano diretto con organi, sangue e fluidi biologici, è importante anche evidenziare che il virus permane a lungo nello sperma e che, pertanto, i rapporti sessuali possono rappresentare un veicolo di diffusione dell'infezione anche 6-7 settimane dopo la guarigione".
 
"Oggi, appare notevolmente difficile contenere il traffico aereo ed impedire, dunque, gli spostamenti internazionali; inoltre in molti dei territori colpiti dall'epidemia, quali la Liberia, la Guinea e la Sierra Leone sono scarsi i sistemi di controllo. Non si può quindi escludere del tutto la probabilità che l'infezione giunga anche in Italia, sebbene non vi siano voli diretti dai Paesi endemici. In Europa e in Italia - ha concluso Chirianni - sono, comunque, state attivate tutte le possibili misure di prevenzione". 

09 ottobre 2014
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