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Welfare. Geriatri: “Con crisi famiglie tagliano spesa per badanti. A rischio 800mila anziani”


L’allarme arriva dal congresso della Società di gerontologia e geriatria. Secondo uno studio per colpa della crisi  nell’ultimo anno, l'80% degli over 75 ha rinunciato alla badante. Senza assistenti familiari e un aiuto dal Ssn peggiora la salute, aumentano i ricoveri e l'assistenza grava sempre più sui familiari.

28 NOV - Tre anziani su quattro mangiano meno e peggio pur di avere ancora un aiuto in casa, ma nel 45 % dei casi la pensione non basta e sono i figli a dover pagare la badante impegnando in tutto o in parte i propri risparmi. Così nell’ultimo anno circa 250mila anziani ci hanno rinunciato, oltre 500mila hanno ridotto gli orari di assistenza. Ma il “welfare fai da te” è tuttavia fondamentale perché sugli oltre 2,7 milioni di anziani non autosufficienti, appena 500mila sono seguiti dai servizi pubblici domiciliari e solo 250mila sono accolti in strutture residenziali territoriali. E così senza le assistenti familiari e in mancanza di un aiuto adeguato dal Ssn, peggiorano la qualità di vita e la salute di 800mila over 75, aumentano i ricoveri e l’assistenza grava sempre di più sui familiari.
 
È quanto emerso dalla prima indagine italiana sulle badanti e anziani, presentata durante il Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), a Torino dal 27 al 30 novembre.
Lo studio, condotto da Datanalysis su 1.500 over 75 nell'intero territorio nazionale, mostra come le assistenti familiari presenti nel nostro Paese – sono più di 800mila e per loro le famiglie spendono circa 10 miliardi di euro l’anno - siano ormai presenze fondamentali per gli anziani non autosufficienti. Tuttavia un anziano su tre teme che possano commettere errori nelle terapie che sono spesso complesse e prevedono anche più di 10 farmaci al giorno. Paure fondate, visto che appena il 14% delle badanti ha avuto la possibilità di formarsi per l’assistenza sanitaria e il 77% è di nazionalità straniera.
Per questo la Sigg si propone di istituire brevi corsi per badanti che in 15 ore consentano loro di eseguire in modo corretto semplici atti medici come un’iniezione, la misura della pressione o della glicemia, la somministrazione corretta dei farmaci.
 
Dall’indagine emerge un quadro sconfortante. Il 66% degli anziani che hanno assunto una badante soffre di due o più malattie croniche: in due casi su tre non vivono neppure da soli, ma i bisogni e le difficoltà nella vita di tutti i giorni costringono a ricorrere a un aiuto costante, nella maggior parte dei casi durante l’arco delle 24 ore. Inoltre il 75% degli over 75, con pensioni sempre più ridotte all’osso e nel deserto dell’assistenza pubblica, riduce qualità e quantità dei cibi pur di avere qualcuno che li assista a casa e il 45% deve chiedere aiuto ai figli. Spesso nemmeno tutti questi sacrifici sono sufficienti: nel corso dell’ultimo anno il 55% degli over 75 ha dovuto ridimensionare l’aiuto dell’assistente familiare, il 25 % vi ha dovuto rinunciare del tutto. Una famiglia su tre ha perciò “tagliato” la badante e così 800mila anziani non autosufficienti sono a rischio assistenza
“In Italia gli anziani non autosufficienti sono più di 2,7 milioni – spiega Giuseppe Paolisso, presidente Sigg – e diquesti meno di mezzo milione sono seguiti dai servizi pubblici di assistenza domiciliare con una spesa di circa 5 miliardi l’anno. In pratica, il Ssn sostiene a casa appena un anziano su cinque fra i non autosufficienti, il 5% rispetto al totale della popolazione over 65. Siamo perciò fanalino di coda fra i Paesi europei: in Germania l’assistenza pubblica raggiunge il 7% degli anziani, in Francia il 9% e in Danimarca addirittura il 21%. I servizi domiciliari, a cui ricorrerebbe volentieri un anziano su due, sono dunque un miraggio per molti e in questo scenario, che evidenzia l’inadeguatezza del nostro sistema dei servizi, ad affiorare è il fenomeno del“Welfare fai da te”.
 
Così sono circa 1 milione gli anziani di cui si fanno carico direttamente i familiari e altrettanti quelli che vengono assisti da una badante con un esborso per le famiglie di circa 10 miliardi l’anno. Il 55% degli anziani dà fondo alla propria pensione per permettersi un aiuto in casa, ma nel 45% dei casi questa non basta addirittura più e bisogna intaccare i risparmi dei figli. Ma nonostante i sacrifici, oggi una famiglia su tre è costretta a una “spending review” rinunciando o riducendo l’orario dell’assistente familiare. Significa che per ben 800mila anziani l’assistenza è a rischio: peggiorano salute e qualità di vita e cresce il rischio di ricoveri mentre tutto il peso dell’impegno assistenziale ricade sui familiari”.
 
Le badanti sono perciò un “pilastro” fondamentale nell’assistenza agli anziani nel nostro Paese, che non può contare su un sostegno pubblico adeguato. L’indagine lo conferma, mostrando che nella maggior parte dei casi le badanti stanno per anni nelle case degli anziani: oltre il 58% degli intervistati ce l’ha o l’ha avuta da almeno due anni, circa la metà da più di quattro anni. In virtù di questi lunghi rapporti di vicinanza e convivenza, la badante diventa spesso un punto di riferimento prezioso per l’anziano:
 
“Il 66% è arrivato alla decisione di assumerla dietro la spinta dei figli e dei nipoti, ma poi la maggioranza si fida dell’assistente familiare – osserva Paolisso – tuttavia otto anziani su dieci hanno paura che la badante sbagli le cure: appena quattro su dieci suppliscono a piccole necessità mediche come la misura della pressione o della glicemia, la medicazione di una ferita o un’iniezione intramuscolo e pochissime sono quelle con una formazione specifica per l’assistenza sanitaria. Questo, unito al fatto che molte sono straniere e quindi hanno inevitabilmente maggiori difficoltà nella comprensione delle indicazioni mediche, espone a errori nelle cure, soprattutto in caso di pazienti complessi. Per questo la Sigg si è posta fra i suoi obiettivi la qualificazione delle badanti attraverso i geriatri presenti sul territorio: basterebbe promuovere piccoli corsi di appena 15 ore, tre pomeriggi in una settimana, per dare loro tutte le informazioni base necessarie a gestire senza pericoli la salute degli anziani di cui si occupano”.
Le assistenti familiari infatti si trovano a far fronte a situazioni complicate per chiunque: i dati più recenti dell'Osservatorio Arno-Cineca confermano che oltre 1.700.000 anziani assumono ogni giorno fino a 11 farmaci, tanto che la spesa farmaceutica in questa fascia di popolazione quadruplica rispetto agli adulti. Significa che la maggioranza dei pazienti affidati alle cure delle assistenti familiari è sottoposta a politerapie complesse da seguire, che implicano l'assunzione di molti farmaci in modi e momenti diversi della giornata: una formazione adeguata è perciò essenziale perché le badanti, prezioso sostegno per i nostri anziani, siano in grado di affrontare i loro compiti consapevolmente.

28 novembre 2013
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