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Allergie. Quella ai cipressi colpisce un romano su dieci


All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma il test cutaneo viene eseguito di default e il 10-15% dei bambini che si sottopone alla prova allergica risulta positivo. Il picco della pollinazione va da gennaio a marzo. Per gli esperti: ” La guerra alle allergie si vince solo con i vaccini”.

06 MAR - Primo accenno di primavera e scoppia il boom delle allergie. Tra quelle tipiche del Centro Italia, e della Capitale in particolare, quella al polline del cipresso.  Il cipresso, scoperto come fonte allergenica piuttosto di recente, dal punto di vista epidemiologico è causa di una allergia che se qualche decennio fa rappresentava solo una curiosità, nel tempo è gradualmente aumentata in prevalenza arrivando ad essere un problema emergente e ad interessare quasi il 10% delle persone. Questo trend potrebbe essere legato al riscaldamento globale del pianeta che accresce la quantità dei pollini rilasciata dalla pianta.

In Italia la prima segnalazione dell’aumento dei casi di allergia a questa pianta è partita proprio da Roma 12 anni fa. Da allora le mappe delle allergie hanno iniziato ad occuparsi del cipresso. Insistenti segnalazioni sono giunte dalla Turchia, dalla Spagna, dal sud della Francia e dal nord del Marocco. All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, trovandosi in una delle aree dove questo tipo di allergia è maggiormente diffuso, il test cutaneo viene eseguito di default e il 10-15% dei bambini che si sottopone alla prova allergica risulta positivo.

Questo tipo di allergia riguarda soprattutto gli adolescenti. Si stima che su 800.000 bambini tra 0 e 14 anni che vivono nel Lazio (di cui 230.000 tra i 10 ed i 14 anni), tra 5.000 e 15.000 possano essere gli allergici al cipresso. Il periodo nero per chi è sensibile a questo albero è piuttosto ampio: pur variando da specie a specie, il picco della pollinazione va da gennaio a marzo, con qualche colpo di coda nel mese di aprile. Nel sud Italia ed in altre zone del Mediterraneo, la pollinosi da cipresso può cominciare già da novembre e protrarsi fino al giugno.
Il contatto con le micro particelle comporta reazioni alle vie respiratorie superiori: le più comuni manifestazioni sono le riniti, le congiuntiviti, le infiammazioni alla gola, tosse e, in misura minore, l’asma. Una particolare caratteristica di questo polline, tuttavia, è quella di non scatenare allergie alla frutta.

“Se i sintomi sono quelli tipici delle pollinosi, anche le terapie sono le stesse - ha sottolineato Alessandro Giovanni Fiocchi, Responsabile di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - in caso di rinite acuta si ricorre agli antistaminici e al cortisone spray; per placare la tosse si possono utilizzare i broncodilatatori, mentre per i casi più complessi e per prevenire manifestazioni asmatiche, è possibile intervenire con cicli di corticosteroidi o con farmaci ancora più importanti. Per la congiuntivite bisogna ricorrere a tutte le armi a disposizione, dal collirio antistaminico sino a cicli brevissimi di pomate cortisoniche”.
 
“Ma la guerra alle allergie – ha proseguito Fiocchi - si vince solo con i vaccini, ovvero con la iposensibilizzazione specifica al cipresso, disponibile sia nella tradizionale somministrazione sottocutanea che per via sublinguale”.
 
Una curiosità: tra le appartenenti alle Conifere, le piante di cipresso sono le uniche in grado di scatenare allergie respiratorie. Benché il polline sia piuttosto pesante e tradizionalmente scarso in quantità, è tuttavia sufficiente a dare fastidio ai romani e agli abitanti del Lazio in genere.

06 marzo 2013
© Riproduzione riservata

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