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Pediatria. Arriva il Codice del diritto dei minori alla salute


Frutto di un gruppo di lavoro multidisciplinare coordinato dall’Indimi e presentato al ministero della Salute, il documento, in 22 articoli, si occupa di disciplinare tematiche come quelle della tutela della privacy, cure su misura, spazi per gioco, letture in ospedale e esigenze specifiche per i bimbi stranieri.

07 FEB - Dalla privacy alla tutela del rapporto con i genitori e amici in caso di ricovero ospedaliero, alle 'cure su misura' in reparti pediatrici separati da quelli degli adulti; dagli spazi per gioco e riposo, alla lettura in ospedale per i piccoli pazienti, al diritto al consenso informato da non eludere a causa dell'età. Senza trascurare le esigenze specifiche dei bambini stranieri, fra cui l'assistenza di mediatori sanitari. Sono alcuni dei diritti irrinunciabili per tutti i piccoli degenti previsti nei 22 articoli del Codice del diritto del minore alla salute e ai servizi sanitari, presentato ieri a Roma in un incontro al ministero della Salute.
Il codice è frutto del lavoro di un gruppo di lavoro multidisciplinare costituito nel 2008 e coordinato dell’Istituto nazionale per i diritti dei minori (Indimi), di cui fanno parte anche Acp, Sip, Sima, Sisip, Unicef Italia, gli Ospedali Pediatrici G. Gaslini, Burlo Garofalo, Meyer e Bambino Gesù, le associazioni Each e Hphca, Federsanità Anci e altri.

"Si tratta - ha commentato il presidente Acp, Paolo Siani, direttore della Pediatria all'ospedale Santobono Napoli - di un passo avanti significativo, perché definisce i diritti irrinunciabili di salute per tutti i piccoli degenti e mette insieme per la prima volta in un documento condiviso la duplice esigenza di disporre di un'assistenza tecnologicamente avanzata in tutti i presìdi dedicati all'infanzia, ospedali e territorio, al pari di una concreta umanizzazione e dell'ascolto necessario al paziente e ai familiari".

"Tuttavia - ha puntualizzato Siani - il testo dev'essere recepito in tutto il territorio del nostro Paese e i direttori generali" delle strutture sanitarie "devono tradurre in atti concreti le indicazioni contenute nel Codice. Non abbiamo certo bisogno di lettere morte, di documenti vuoti, di enunciazioni di principio: le azioni intraprese devono poter essere misurate. Faccio un esempio concreto, con il dolore: si può misurare il cambiamento in un reparto entro un tempo definito”. “Chi si occupa di bambini deve ripartire da una nuova cultura delle cure per l'infanzia - ha concluso - il Codice è un passo concreto e avanzato di cui l'Italia ha forte bisogno".
 

07 febbraio 2013
© Riproduzione riservata

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