L’intervista a Bersani. Mandelli (Fofi): “Ignorato il ruolo delle farmacie sul territorio”
Il presidente della Fofi replica al segretario del Pd sottolineando che le farmacie hanno già subìto pesanti interventi senza fare ostruzionismo, ma chiedendo solo che fosse riconosciuto il loro ruolo. Che lo stesso Bersani dimentica quando, per potenziare l’assistenza territoriale, cita i medici ma dimentica le farmacie.
21 NOV - E' "positivo che il segretario del Pd dica che la vera sfida è quella di conciliare l’esigenza di contenere la spesa farmaceutica mantenendo i servizi che la filiera del farmaco assicura e il diritto dei cittadini ad accedere ai farmaci", ma il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, non condivide le altre posizioni sulla farmacia espresse dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani,
nell'intervista pubblicata ieri da Quotidiano Sanità. A cominciare dal mancato riconoscimento del ruolo della farmacia sul territorio.
Ecco la replica di Mandelli all'intervista a Bersani.
Presidente Mandelli, nell’’intervista rilasciata a Quotidiano Sanità, il segretario del PD, Pierluigi Bersani, ha parlato di resistenze che hanno fatto arrestare le liberalizzazioni del servizio farmaceutico che il Governo Monti aveva inizialmente proposto. È d’accordo?
L’unica misura inizialmente proposta dal Governo e poi rientrata è l’uscita dell’etico di Fascia C dal canale delle farmacie, una disposizione che non esiste in nessun paese dell’Occidente industrializzato. Per il resto, si è deciso di aumentare di 5.000 il numero delle farmacie, si è modificata pesantemente la pianta organica introducendo il concetto della zonizzazione, si è aumentato il numero dei farmaci senza obbligo di prescrizione vendibili anche fuori dalla farmacia, e sempre fuori dalla farmacia sono transitati i farmaci etici veterinari e le preparazioni galeniche senza prescrizione. Inoltre, oggi si può dirigere una farmacia soltanto fino a 68 anni. Non mi sembra così poco. E se non bastasse aggiungerei che la spending review ha abbassato il tetto di spesa e ha imposto un ulteriore sconto a favore del Ssn così come una riforma delle remunerazione, che ora è ferma non certo per colpa nostra. Non si può definirlo un settore immobile.
E avete fatto resistenza?
Abbiamo sottolineato delle incongruenze: a proposito della revisione della pianta organica, delle modalità di espletamento del concorso straordinario per l’assegnazione delle nuove sedi, dove chiedevamo di dare più peso al merito, e altre ancora. Il tutto coerentemente con la funzione dell’Ordine come ente ausiliario dello Stato. Ma non si è fatto ostruzionismo: tanto è vero che i concorsi, anche grazie alla collaborazione degli Ordini, si stanno avviando. Piuttosto mi sembra indicativo un altro aspetto dell’intervista…
Quale?
L’Onorevole Bersani fa una disamina molto attenta dei fattori che oggi stanno mettendo in pericolo il diritto alla salute degli italiani e delle possibili soluzioni. Peccato che quando parla del potenziamento dell’assistenza territoriale parli soltanto di medici, e ignori la presenza delle farmacie sul territorio. Speriamo sia un lapsus. In Gran Bretagna,infatti, fu un governo laburista a mettere a bilancio e valorizzare il contributo che le farmacie potevano dare nel garantire prestazioni ai cittadini e risparmio al Servizio sanitario. Le farmacie, intendo, non i grandi magazzini, perché nella visione ormai prevalente in Europa, non è la contrazione del prezzo del farmaco da sola a migliorare la sostenibilità dell’assistenza ma l’opera del professionista, anche quando si tratta di dispensare il medicinale e di guidare il cittadino al suo corretto uso e al rispetto delle prescrizioni.
E sull’esigenza di contenere la spesa farmecutica? Concorda?
Concordo, così come ritengo positivo che il segretario del PD dica – testualmente – che la vera sfida, con le difficoltà connesse, è quella di conciliare l’esigenza di contenere la spesa farmaceutica mantenendo i servizi che la filiera del farmaco assicura e il diritto dei cittadini ad accedere ai farmaci, anche quelli innovativi, per esercitare pienamente il diritto alla salute. Ma la sfida di contenere la spesa il servizio farmaceutico l’ha già vinta, visto che da anni si rispettano i tetti programmati della territoriale pur di fronte a un aumento della cronicità e quindi del numero delle prescrizioni. Per vincere le altre, per esempio quella di aumentare l’accesso ai farmaci innovativi, aspettiamo anche un’iniziativa della politica.
21 novembre 2012
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