Onore al merito al Veneto che ha saputo produrre progetti di ricerca meritevoli di accedere ai fondi ministeriali.
Ma tanti bandi e tante risorse caduti nel silenzio, in un Paese avaro di quattrini per la ricerca, meritano un approfondimento.
Scavando nell’archeologia del web, si scopre che i bandi destinati alla ricerca sulle staminali e sulle malattie rare erano stati pubblicati dall’allora Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali nel maggio del 2009 e, attraverso di essi, venivano stanziati 16 milioni, 8 per ciascuna area di ricerca. La gran parte di questi - 11 milioni - già definiti nella finanziaria 2007 (Governo Prodi), il resto proveniente rispettivamente dai fondi Aifa e Iss.
Il 4 agosto scorso la pubblicazione delle graduatorie sul sito del ministero della Salute, senza squilli di trombe né incensamenti. Anche se 16 milioni di soldi pubblici alla ricerca sanitaria non sono una cifra da buttar via.
Per conoscere l’allocazione esatta di questi fondi basta consultare gli allegati all’articolo, ma una tendenza è lampante: la Lombardia la fa da padrona. Per quanto concerne gli stanziamenti alla ricerca sulle staminali, quasi la metà della torta è arrivata nella Regione lombarda, dove ai tre grandi (il San Raffaele Monte Tabor, l’IEO di Umberto Veronesi e l’istituto Carlo Besta) sono andati circa due milioni e mezzo di euro. Un ulteriore milione è stato diviso quasi equamente tra Fondazione Maugeri, Gruppo Multimedica, Istituto Clinico Humanitas, Centro cardiologico Monzino. Un quarto delle risorse destinate alla ricerca sulle staminali inoltre era inoltre vincolato a progetti eseguiti in collaborazione con laboratori di ricerca statunitensi.
Più articolata e frammentaria la distribuzione dei fondi per la ricerca sulle malattie rare: tra i beneficiari il romano Istituto Dermatologico San Gallicano e la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, l’Università degli Studi di Torino, la Federico II di Napoli e la Sapienza di Roma.
Tuttavia, i fondi riservati ai due bandi sono poca cosa rispetto a quelli che il terzo bando a cui fa riferimento la nota della Regione Veneto destinava ai giovani ricercatori: 28 milioni di euro da spartire tra circa 50 scienziati under 40 a cui, oltre ai fondi, viene affidata la responsabilità di amministrarli nel migliore dei modi. Il bando è stato presentato a ridosso del capodanno 2009 e appariva rivoluzionario rispetto alle solite procedure di attribuzione delle risorse nella ricerca italiana.
Prevedeva infatti “massima trasparenza nelle procedure di selezione dei progetti di ricerca, erogazione dei finanziamenti ai progetti scientifici più promettenti e secondo criteri meritocratici, istituzione di un Comitato unico di valutazione scientifica di altissima valenza garante dell’equa, tempestiva e trasparente valutazione dei progetti e del loro finanziamento”.
“Per la prima volta - spiegavano al ministero della Salute - sarà utilizzato un esteso sistema di peer review con l’utilizzazione di revisori esclusivamente stranieri. Ogni singolo progetto verrà valutato da almeno tre esperti. La graduatoria sarà unica e tutti i giudizi espressi dai referee ai membri del Comitato di valutazione saranno resi disponibili a procedura terminata”.
Insomma, il bando per la prima volta offriva la garanzia di una selezione meritocratica dei beneficiari delle risorse che con tanta fatica il ministero della Salute aveva ritagliato per la ricerca. “Dopo un processo di analisi di 997 progetti da parte di revisori stranieri, e la loro ulteriore revisione da parte di un Comitato di valutazione di giovani ricercatori under 40 selezionati in Italia e all’estero, il Ministero della Salute ha così per la prima volta ottenuto una mappa delle eccellenze della ricerca in Italia”, spiega il sito del ministero. 57 i progetti selezionati, facenti capo ad altrettanti giovani referenti i cui nomi non sono ancora di grido (l’elenco completo in allegato) ma che potrebbero rappresentare il futuro della ricerca italiana. Sono invece ricorrenti i nomi degli istituti a cui essi fanno capo: a cinque strutture (Fondazione Centro San Raffaele Monte Tabor, Fondazione Santa Lucia, Istituto Europeo di Oncologia, Istituto San Raffaele Pisana, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro) afferiscono infatti quasi la metà dei ricercatori premiati e sempre ad esse andrà più di un terzo dei fondi assegnati.
Antonino Michienzi
Nelle tabelle che seguono una sintesi di come i fondi identificati dai tre bandi sono stati stanziati:
Gli istituti che hanno beneficiato dei finanziamenti DERIVANTI DAI TRE BANDI |
||
ISTITUTO |
CITTÀ |
STANZIAMENTO (in migliaia di euro) |
Fondazione Centro San Raffaele Monte Tabor |
Milano |
5.156 |
Istituto Europeo Di Oncologia |
Milano |
3.031 |
Fondazione Santa Lucia |
Roma |
2.825 |
Fondazione IRCCS Istituto neurologico Besta |
Milano |
1.789 |
Istituto San Raffaele Pisana |
Roma |
1.505 |
Istituto Clinico Humanitas |
Milano |
1.299 |
Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena |
Milano |
1.192 |
Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro |
Genova |
1.190 |
Ospedale Generale Regionale Casa Sollievo Sofferenza |
San Giovanni Rotondo (Ba) |
911 |
Fondazione Istituto Auxologico Italiano |
Verbania-Milano |
830 |
Istituto Tumori Giovanni Paolo II |
Bari |
820 |
Istituto Regina Elena |
Roma |
730 |
IRCCS Fondazione Policlinico San Matteo |
Pavia |
600 |
Istituto Eugenio Medea |
Bosisio Parini (LC) |
600 |
Istituto Ortopedico Rizzoli |
Bologna |
578 |
Istituto Giannina Gaslini |
Genova |
566 |
Istituto Tumori Milano |
Milano |
500 |
Istituto Dermopatico Immacolata |
Roma |
485 |
Associazione Oasi Maria SS. |
Troina (En) |
430 |
Fondazione Salvatore Maugeri |
Pavia |
281 |
Gruppo Multimedica |
Milano |
274 |
Istituto Dermatologico San Gallicano |
Roma |
250 |
LE REGIONI che hanno MAGGIORMENTE beneficiato dei finanziamenti DERIVANTI DAI TRE BANDI |
|
REGIONE |
STANZIAMENTO (in migliaia di euro) |
Lombardia |
16.115 |
Lazio |
5.797 |
Emilia Romagna |
2.939 |
Liguria |
2.988 |
Puglia |
1.732 |