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Medici sotto accusa: intervengono gli Ordini


Falconi (presidente dell'Ordine di Roma, nella foto) a Quotidiano Sanità: “Le cattive condizioni del Ssn sono un terreno fertile per le reazioni violente”. Gli Ordini di Messina e Reggio Calabria convocano i medici coinvolti nella rissa scoppiata giovedì scorso al Policlinico siciliano.

31 AGO - Diverbi tra colleghi, un neonato morto a Roma e uno in gravi condizioni a Messina. Questo il bollettino sanitario degli ultimi giorni, che ha scioccato l’opinione pubblica soprattutto perché questa volta il dito non è puntato contro l’inadeguatezza delle strutture o l’errore umano che rientra tra i rischi degli interventi sanitari. L’allarme lanciato è quello delle “liti in sala operatoria”, di medici e professionisti sanitari che si prendono a pugni e a male parole invece di prestare assistenza tempestiva a donne che non possono più aspettare per avere un figlio. Come si siano svolti i fatti, a Messina e a Roma, è ancora da accertare con sicurezza (negli articoli correlati, a fondo pagina, la cronaca ad oggi). Ma gli Ordini dei Medici devono intervenire. L’hanno chiesto con fermezza alcuni esponenti politici, lo chiedono i cittadini stessi. Accertare i fatti e, se necessario, punire con sanzioni disciplinari esemplari, fino alla radiazione dell’albo.
Gli Ordini hanno risposto. Da Roma a Messina, fino a Reggio Calabria, a cui è iscritto il medico assegnista coinvolto nella rissa avvenuta al policlinico siciliano. Ed ecco come stanno procedendo.
 
Roma
L’Ordine di Roma ha disposto l’apertura di un fascicolo per accertare i fatti avvenuti all’ospedale Casilino. “Ascolteremo la direzione degli ospedali e i medici coinvolti. Se venissero accertate colpe da parte dei medici, l’Ordine provvederà ad avviare i provvedimenti disciplinari adeguati”, ha affermato il presidente Mario Falconi, che nei casi più gravi non esclude la radiazione. “L’Ordine di Roma, lo scorso anno, ha deciso di radiare ben 5 medici. È un numero alto, considerato che si tratta del provvedimento disciplinare più severo che un Ordine possa decidere. Ma è nostro compito essere rigorosi, per la tutela dei cittadini e di tutti quei medici che lavorano ogni con grande professionalità e anche spirito di sacrificio”. Perché, sottolinea Falconi, “le cattive condizioni del Ssn sono un terreno fertile per le reazioni violente. Senza giustificare comportamenti che sono inaccettabili, vorrei però spiegare ai cittadini e anche ai politici che queste reazioni crescono in terreni avvelenati. Sono la conseguenza di condizioni di lavoro altrettanto inaccettabili. L’Italia è un paese che non premia la meritocrazia, che sottosta ai giochi di partito, che fa vivere i medici in precarietà contrattuale, che costringe a turni di lavoro lunghi e in condizioni disagiate, sia per l’inadeguatezza delle strutture che per la mancanza di personale dovuto al blocco del turn over e quant’altro. Insomma - conclude Falconi - premesso che comportamenti come quelli avvenuti a Messina e Roma sono da condannare, se saranno accertati, e premesso che gli Ordini devono intervenire con sanzioni adeguate alla gravità delle fatti, credo che una denuncia vada fatta anche nei confronti di chi governa il sistema sanitario nazionale e lascia che i medici e gli infermieri lavorino in queste pessime condizioni".
 
Messina e Reggio Calabria
Il Consiglio straordinario dell’Ordine ha già aperto il procedimento disciplinare nei confronti di Vincenzo Benedetto, il medico strutturato coinvolto nella lite scoppiata con un medico assegnista giovedì scorso al Policlinico di Messina. “Agiremo con rigore, scrupolo e grande giustizia”, ha assicurato il presidente dell’Ordine dei Medici, Giacomo Caudo, spiegando che Benedetto sarà ascoltato dalla Commissione disciplinare per capire come si sono svolti i fatti e ricordando che l’Ordine, prima di decidere qualsiasi provvedimento disciplinare, sarà comunque obbligato ad attendere l'esito dell'indagine giudiziaria.
L’Ordine di Reggio Calabria sarà invece competente nei confronti del medico assegnista, Antonio De Vivo. La lettera di convocazione è già partita, ha fatto sapere Pasquale Veneziano, presidente dell'Ordine dei medici calabrese, che spiega: “Una volta ascoltato e acquisiti gli elementi necessari, decideremo se avviare un procedimento disciplinare”.
 
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31 agosto 2010
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