Naufragio migranti, Anelli (Fnomceo): “Come medici non possiamo rimanere in silenzio”
Il riferimento del presidente della Fnomceo è al naufragio avvenuto ieri sulle coste calabresi che ha causato la morte di oltre 60 migranti. “Condividiamo il monito del Vicepresidente della Cei, Monsignor Franceso Savino: è l’ora di politiche ‘alte e altre’, nazionali e sovranazionali. È l’ora di invitare tutti coloro che hanno responsabilità politiche a rivedere certe decisioni rispetto ai fenomeni migratori”.
27 FEB -
“Come medici, che hanno giurato di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona, non possiamo rimanere indifferenti di fronte alla strage di esseri umani che si è consumata ieri lungo le coste calabre. Come esponenti di un Ente sussidiario dello Stato, che agisce in nome e per conto dello Stato stesso quando si parla di tutela della Salute, non possiamo rimanere in silenzio. Bisogna indignarsi di fronte a simili tragedie: la vera sconfitta sta nell’assuefazione e nella “durezza di cuore”, ossia nel far diventare abitudine quello che dovrebbe essere eccezionale e intollerabile”.
Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, interviene sul naufragio del caicco carico di migranti avvenuto ieri sulla spiaggia di Steccato di Cutro. 63, sinora, le vittime accertate.
“Per questo – aggiunge - condividiamo il monito del Vicepresidente della Cei, Monsignor Franceso Savino: è l’ora di politiche ‘alte e altre’, nazionali e sovranazionali. È l’ora di invitare tutti coloro che hanno responsabilità politiche a rivedere certe decisioni rispetto ai fenomeni migratori. È in gioco, come ricorda Savino, la civiltà, la democrazia reale, la democrazia matura. Sono in gioco, aggiungiamo noi, la tutela della salute, il rispetto dei principi di umanità e di dignità che spettano di diritto a ogni individuo. È in gioco la realizzazione di quella democrazia del bene che è il fine ultimo, sanitario, sociale e civile della Professione medica".
“Questa mattina – conclude Anelli - pregando davanti alle bare, Savino ha affermato: io incontro oggi come credente Gesù crocifisso, Gesù abbandonato, Gesù negato, Gesù profugo non accolto che muore in mare. Oggi Dio muore con questi nostri fratelli. Noi, come medici, sentiamo come nostra la sofferenza di questi fragili, di questi ultimi, di queste persone; sentiamo come un nostro fallimento, come un fallimento dei principi scritti nel nostro Codice deontologico, nella nostra Costituzione, nella Dichiarazione universale dei diritti umani il non averli saputi proteggere. Chiediamo al Governo italiano, all’Europa, alle Nazioni Unite di fare di più e di fare meglio, istituendo percorsi sicuri e legali per migranti e rifugiati e programmando e assicurando, per legge, ricerca, soccorso e assistenza medica”.
27 febbraio 2023
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