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Staminali: la ricerca Usa bloccata da un giudice


Il ricorso presentato da due ricercatori statunitensi contro l’assegnazione di fondi pubblici alle ricerche su cellule staminali provenienti da embrioni è stato accolto da un giudice distrettuale. E sono subito iniziate le polemiche. Ma la ricerca non si ferma ed esistono possibili alternative
 

24 AGO - estinare finanziamenti statali a studi per i quali sia necessario distruggere embrioni umani, violerebbe una legge Usa del 1966 e, di conseguenza, l’assegnazione di quei fondi sarebbe illegittima. La richiesta di due ricercatori americani è stata accolta da un giudice distrettuale – Royce C. Lamberth – che ha disposto il blocco del sostegno statale alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.
La questione non ha mancato di sollevare accese polemiche negli Usa: le norme in proposito emanate dall’amministrazione Obama, infatti, prevedevano la concessione dei finanziamenti solo alle ricerche nelle quali si ricorresse a embrioni congelati, inutilizzati dopo un trattamento di fecondazione assistita. Ma la decisione del giudice Lamberth rischia di andare anche al di là di quanto stabilito dall’emendamento Dickey-Wicker che, appunto, impedisce di concedere fondi a ricerche che prevedano la distruzione di embrioni. Lo rileva, come viene segnalato dal Los Angeles Times, anche Irving Weissman, a capo dello Stanford Institute for Stem Cell Biology and Rigenerative Medicine, secondo il quale, l’impatto dell’ingiunzione si tradurrebbe “in un sostanziale altolà alla maggior parte della ricerca sulle cellule staminali negli Stati Uniti”. Al momento non ci sono ulteriori prese di posizione: si sa solo che, come riferisce Tracy Schmaler, portavoce del presidente Usa, che il Dipartimento di giustizia sta esaminando l’ingiunzione per decidere quali iniziative intraprendere.
Il problema però, stando a quanto affermato dal genetista Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, sarebbe già superato: in una dichiarazione riportata da AdnKronos Salute, infatti, Dallapiccola ricorda come esista già un’alternativa valida alla ricerca sulle cellule staminali embrionali: si tratta “delle staminali adulte riprogrammate (pluripotenti indotte o Ips), che offrono le stesse funzionalità senza dover distruggere embrioni o crearne appositamente”. Commentando la vicenda americana, Dallapiccola rileva come rientri nella normalità che “la ricerca sulle cellule staminali embrionali sollevi delle perplessità da parte di qualcuno”. Ma, sottolinea ancora come “Da un paio d’anni ci sia la possibilità di creare cellule adulte riprogrammate che sono state in grado di creare dei topolini ex novo, che a loro volta si sono riprodotti. Insomma, hanno a tutti gli effetti le funzionalità delle cellule embrionali”. Il fatto di abbandonare la ricerca sulle staminali embrionali, quindi “non va considerato un lutto”.

24 agosto 2010
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