Aiot: Italia inerte e arretrata sull’accesso alla medicina complementare
20 GEN - “Il paragone con la situazione italiana giunge spontaneo: nonostante gli oltre 11 milioni di italiani che usano medicine complementari e gli oltre 20.000 medici che le prescrivono, dal punto di vista legislativo, la medicina omeopatica rimane priva di regole”. Così Leonello Milani, medico, vicepresidente dell’Aiot (Associazione Medica Italiana di Omotossicologia) e vicepresidente dell'Accademia internazionale di medicina fisiologica di regolazione, a commento dell’introduzione, in Svizzera, per un periodo transitorio di 6 anni, di un sistema di rimborso per 5 terapie di medicina complementare.
“L’esempio Svizzero - ha aggiunto Milani - non può che sottolineare la grande distanza culturale e politica rispetto all’Italia, dove l’inerzia delle istituzioni pubbliche non consente di fatto la registrazione di medicinali omeopatici e finalmente la possibilità di indicare sulle confezioni posologia e ambito di utilizzo terapeutico. Questo nonostante vi sia l’obbligo legislativo a procedere in attuazione della Direttiva Europea recepita nel 2006, non consente di fatto la registrazione di medicinali omeopatici e finalmente la possibilità di indicare sulle confezioni posologia e ambito di utilizzo terapeutico. Un’inerzia che – conclude Milani - limita fortemente medici e pazienti italiani nel proprio diritto inalienabile alla libertà di scelta terapeutica”.
20 gennaio 2011
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