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L’aggressione al Santobono e la richiesta di archiviazione

20 NOV - Gentile Direttore,
siamo l’Associazione AMAD Onlus nata nel 2005 per dare una risposta alle problematiche legate ai disturbi d’ansia ed ai disturbi depressivi dei Cittadini. Ormai da diversi anni ci occupiamo anche delle lavoratrici e dei lavoratori soprattutto del mondo della sanità e della scuola, vittime dell’escalation della violenza, che può generare importanti conseguenze psichiatriche.

Vogliamo rappresentare il nostro stupore nel leggere che la Procura di Napoli ha richiesto al Gip  l’archiviazione del procedimento relativo all'aggressione subita lo scorso 22 settembre da un infermiere del Pronto Soccorso  dell'Ospedale Santobono di Napoli, “per particolare tenuità del fatto”.
L’infermiere ha riportato la frattura di un dito e non ci sembra per nulla “un fatto di particolare tenuità”! Prima è stato aggredito con sputi e poi con bastonate e questo è un fatto gravissimo! Il PM ha fatto presente che “il bastone usato per provocare le lesioni era utilizzato dall’indagato come ausilio alla deambulazione” e che “le lesioni provocate alla parte offesa furono di lieve entità”.

Nella richiesta di archiviazione presentata dalla sezione VII della Procura partenopea si legge che “l’aggressione fu originata dallo stato di estrema ansia” dell’indagato “per le condizioni di salute della figlia di soli 5 anni, per la quale, in modo certo non ammissibile, chiedeva assistenza ai medici”.  L’indagato, nei confronti del quale erano stati ipotizzati i reati di lesioni personali, resistenza al pubblico ufficiale e interruzione di un ufficio o servizio pubblico, è incensurato e il suo comportamento, scrive il PM, “non può essere valutato come abituale in quanto, non è stato dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza, né risulta aver commesso o essere indagato per più reati della stessa indole che, isolatamente considerati, potrebbero essere ritenuti di particolare tenuità”.

E non ci sembra per nulla né innocua né di particolare tenuità la frattura di un dito…o anche solo uno sputo. Siamo stupiti ma anche amareggiati e preoccupati, perché ignorare o tollerare i piccoli crimini, favorisce l’attuazione dei reati più gravi, come affermato dalla Teoria sul comportamento criminale di Wilson & Kelling.

Allo stesso modo, i pazienti saranno più aggressivi e violenti se i maltrattamenti verbali (ad esempio gli insulti) o le lesioni ritenute “di lieve entità”, saranno tollerate.

Secondo la Teoria “Broken Windows” bisogna dare una risposta immediata a tutte le forme di violenza, comprese quelle apparentemente innocue.   
Anche a nostro avviso, tutte le forme di violenza, dalle aggressioni fisiche alla mancanza di rispetto, agli insulti e alle umiliazioni, devono essere prese in seria considerazione.

Le aggressioni alle lavoratrici e ai lavoratori sul posto di lavoro non dovranno più essere tollerate. Tutti gli organi di giustizia dovrebbero considerare che l’aggressione e la violenza non sono parte del lavoro dei medici e degli infermieri né tantomeno uno stato d’ansia può essere un valido alibi per giustificare la violenza.

Inoltre i medici e gli infermieri e tutto il personale sanitario svolgono un ruolo di elevata rilevanza sociale, perché tutelano il diritto alla salute di tutti i Cittadini, garantito dall'articolo 32 della Costituzione.

Le Autorità hanno il preciso dovere di tutelare chi è chiamato a tutelare la salute di tutti.
Solo in questo modo, si potranno realizzare ambienti di lavoro sicuri per i Cittadini e per gli operatori sanitari.

In caso contrario, ci sarà il Far West, la libertà di aggredire i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari.

Ci auguriamo che in sede di opposizione questa richiesta di archiviazione venga respinta. Altrimenti ci sarà una doppia violenza sull’infermiere, la prima da parte dell’aggressore e la seconda ancora più grave da parte delle istituzioni che dovrebbero garantire appunto il diritto alla salute per tutti, compresi gli operatori sanitari.
 
Dr. Carlo Marchetti
Presidente Associazione AMAD Onlus (Associazione Malattie Ansia e Depressione)

20 novembre 2019
© Riproduzione riservata

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