Autonomia. Fontana (Lombardia) e De Luca (Campania) concordano: centralizzazione penalizza Regioni
I due governatori, oggi a Napoli per fare il punto sul protocollo Cardarelli-Niguarda firmato lo scorso febbraio per condividere le best practice, si ritrovano alleati anche nella battaglia contro la centralizzazione: “Sia lasciata alle Regioni la responsabilità di governare i loro territori, poi chi è capace presenterà i risultati e chi è un somaro sarà mandato a casa”, afferma De Luca. Anche per Fontana le cose miglioreranno quando “potremo gestire direttamente le risorse senza subire condizionamenti nazionali”.
27 NOV - Campania e Lombardia alleati contro la centralizzazione della sanità, oltre che per la condivisione di best practice. Da Napoli, dove hanno partecipato alla conferenza stampa per fare il punto sul protocollo Cardarelli-Niguarda firmato lo scorso febbraio, il governatore campan
o Vincenzo De Luca e quello Lombardo
Attilio Fontana hanno infatti espresso la propria posizione a favore di una maggiore autonomia regionale.
“Esistono dei rapporti tali per cui le risorse”, cioè i fondi per la sanità, “sono parametrate in maniera assolutamente equilibrata. Anzi, noi del Nord ci lamentiamo che le risorse non vengano distribuite sulla base dei costi standard ma in relazione alla spesa storica. Comunque, credo che questi non siano problemi”, ha detto Fontana, secondo il quale le cose andranno molto meglio “quando riusciremo a ottenere l'autonomia”, un percorso che la Lombardia ha già avviato da tempo. “In quel caso - sottolinea Fondana - potremo gestire direttamente le risorse che arrivano dallo Stato senza subire quei condizionamenti che le leggi nazionali ci impongono”, sono le parole del governatore riportate dall’Agenzia Dire.
“Sono l'unico presidente di Regione in conferenza Stato-Regioni ad aver accettato la logica dei costi standard nella sanità”, ha osservato De Luca, secondo il quale è necessario portare avanti “una battaglia contro forme di centralizzazione, che a volte riemergono dai poteri centrali, perché sia lasciata alle Regioni la responsabilità di governare i loro territori. Cioé, quello per cui sono stati eletti. Poi, chi è capace presenterà i risultati e chi è un somaro, un chiacchierone lamentoso o un malato di pulcinellismo, sarà mandato a casa. È una bella regola – osserva -, rigorosa e chiara che chiama tutti alla sfide dell'efficienza”.
Soddisfazione è stata poi espressa da parte di entrambi i governatore per la collaborazione tra Cardarelli e Niguarda. “C’è la volontà di collaborare, di mettere sul piatto le rispettive eccellenze, e cercare di trarre da questo confronto ulteriori miglioramenti reciproci”, ha detto Fontana.
L’obiettivo di questo protocollo d’intesa, come illustrato in una nota dal Dg del Cardarelli, Ciro Verdoliva, è quello di “creare sinergie e instaurare collaborazioni, trasferire quanto di buono si è realizzato nel tempo e sfruttare le conoscenze altrui per crescere e innovarsi reciprocamente”. Per questo i medici di entrambe le aziende ospedaliere sono al lavoro da mesi, tra Napoli e Milano, su aree omogenee, unità operative e confronti puntuali. Così da approfondire quanto di buono c’è nelle due organizzazioni e, allo stesso tempo, importare pratiche consolidate che possano migliorare la qualità dell’assistenza.
“Questo confronto – continua Verdoliva – prende spunto dalle molte similitudini, sia strutturali che di attività, che legano le due aziende. E’ l’ennesima dimostrazione pratica di un cambiamento di rotta impresso negli ultimi anni alla gestione della sanità, che oggi ci porta a confrontarci ad altissimo livello con realtà importati come quella del Niguarda di Milano. Il Cardarelli ha infatti tante eccellenze che possono essere prese ad esempio e anche modelli gestionali che possono essere di ispirazione per altre realtà. Sono certo però che dalla collaborazione con il Niguarda – un modello della sanità italiana –-integreremo e miglioreremo il nostro bagaglio così da arricchire la nostra qualità assistenziale a favore del paziente”.
“Il Niguarda e il Cardarelli sono due grandi ospedali pubblici con quasi un secolo di storia e di assistenza - commenta
Marco Trivelli, direttore generale del Niguarda di Milano -. E sono molto simili: entrambi sono sede di tutte le specialità cliniche; entrambi sono ospedali di riferimento metropolitano e regionale per le urgenze e per settori particolari, come il trattamento delle grandi ustioni, la medicina iperbarica e il centro antiveleni; hanno dimensioni simili. Inoltre, sebbene non siano né poli universitari né istituti di ricerca (IRCCS), Niguarda e Cardarelli conducono attività di ricerca clinica e di base in collaborazione con Università e centri di ricerca internazionali e rappresentano un grande polo di attrazione per la formazione post specialistica. Ho riscontrato nei colleghi del Cardarelli una determinazione profonda a migliorare e sono ammirato dei progressi ottenuti: anche questo orientamento ad evolvere per migliorare i livelli di cura accomuna i professionisti delle due strutture. Per l’insieme di queste affinità strutturali e culturali, il confronto organizzativo e clinico si prospetta particolarmente ricco”.
27 novembre 2018
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS Campania