Antimicrobial Stewardship. Parte dalla Campania la controffensiva contro l’antibiotico resistenza
Regione capofila nella lotta all’antibiotico resistenza ha messo in atto, grazie all’approvazione di provvedimenti normativi, importanti azioni di contrasto. Trend in discesa nei consumi di antibiotici sul territorio: -5% in 5 anni. Nei primi sei mesi del 2018 il consumo si attesta su28 DDD/1000 ab die. Il punto nel corso dell’evento “Antimicrobial Stewardship esperienze e best practice nell’implementazione delle linee di indirizzo regionali” organizzato a Napoli con il contributo non condizionato di Msd
29 OTT - Favorire percorsi che facilitino la tempestività della diagnosi e, di conseguenza, terapie mirate utilizzando anche esami point of care e potenziando negli ospedali i servizi di diagnostica microbiologica. Limitare il più possibile l’utilizzo dei Carbapenemi ricorrendo a regimi terapeutici alternativi che consentano di preservarne l’utilizzo. Contenere il più possibile l’uso inappropriato dei Fluorochinoloni e delle Cefalosporine, sia negli ospedali sia sul territorio per ridurre entro il 2020 del consumo dei primi almeno del 10%. Schierare team multidisciplinari con una formazione ad hoc e composti da infettivologi, clinici esperti di terapia antimicrobica, microbiologi, farmacisti, medici e infermieri.
Sono queste solo alcune delle azioni necessarie per vincere la battaglia contro l’antibiotico resistenza considerata ormai una vera e propria emergenza mondiale. Una guerra che la Campania sta portando avanti con rigore per invertire una deriva pericolosissima: è infatti la prima Regione italiana per uso di antibiotici, con indicatori relativi al fenomeno dell’antibiotico-resistenza tra i più alti d’Europa.
Uno scenario da allarme rosso al quale la Campania ha risposto serrando i ranghi e diventando in breve tempo, regione capofila nella lotta all’antibiotico resistenza. In linea con gli obiettivi del Piano Nazionale per il Contrasto all’Antibiotico Resistenza (Pncar) 2017-2020, ha infatti messo in atto importanti azioni di contrasto approvando, nell’ambito dell’attuazione del Piano Regionale della Prevenzione 2014-2108, Linee di indirizzo per l’attuazione dei programmi di Antimicrobial Stewardship e per l’implementazione locale di protocolli di terapia antibiotica.
E i risultati non sono mancati: il consumo di antibiotici di uso sistemico sul territorio, è passato in Campania da 32,3 DDD ogni mille abitanti nel 2013 a 29 DDD nel 2017 con un calo del 5,1%. E nei primi sei mesi del 2018 si registra un trend in ulteriore calo con un consumo di 28,3 DDD/1000 ab die.
I contorni del fenomeno e le azioni realizzate, sono stati delineati nel corso del
l'evento “Antimicrobial Stewardship Esperienze e best practice nell’implementazione delle linee di indirizzo regionali” organizzato a Napoli nelle scorse settimane nella sede della Regione Campania con il contributo non condizionato di Msd. Un evento, voluto per formare e informare sulle azioni messe in campo per combattere l’antibiotico resistenza, che ha visto la partecipazione dei massimi rappresentati della Regione, medici e farmacisti, che hanno fotografato quando realizzato nelle strutture del Ssr, e del Governatore della Campania e Commissario ad acta
Vincenzo De Luca.
“Sul fronte del consumo di antibiotici siamo di fronte a un’anomalia negativa della regione Campania: abbiamo un consumo di antibiotici che è 32 compresse ogni mille abitanti, rispetto ai 23 previsti come soglia massima accettabile – ha detto De Luca – ma ora prendo atto con soddisfazione dei passi in avanti realizzati. Parto però anche dal presupposto che quando abbiamo migliorato del 100% le nostre performance abbiamo fatto solo la metà del nostro dovere: perché il nostro obiettivo è fare della sanità campana la prima sanità d’Italia. Il che significa che dobbiamo recuperare, in alcuni campi, 20-30 anni di ritardi rispetto a altre Regioni. Sono consapevole delle difficoltà da affrontare, ma sono convinto raggiungeremo l’obiettivo. È evidente che non lo faremo in 1-2 anni, il mio è un obiettivo a 5-7 anni, ma se non facciamo primo passo non arriveremo mai”.
I numeri dell’antibiotico resistenza in Campania. Nel 2016 sono stati quasi 50 mila i casi di infezioni da batteri antibiotico-resistenti rilevati dai 20 laboratori aderenti al Sistema Regionale di Sorveglianza dell’Antibiotico Resistenza (Si.Re.Ar.) e solo il 13,5% dei casi era di provenienza extraospedaliera. Escherichia coli (21,94%), Staphylococcus aureus (12,49%) e Klebsiella pneumoniae (8,90%) i tre batteri riscontrati più frequentemente e circa la metà dei casi di infezione antibiotico-resistente erano stati rilevati in tre soli reparti: Terapia Intensiva (20,60% dei casi), Medicina (15,33%) e Chirurgia (14,20%). Soprattutto risultava risultava ancora eccessivo e spesso inappropriato l’uso ospedaliero degli antibiotici.
Le azioni realizzate dalla regione sono state decise alla luce di alcune criticità quali mancanza dell’infettivologo in molti ospedali, la disseminazione di protocolli e la mancanza di protocolli di infection control oltre naturalmente all’elevato consumo di antibiotici sul territorio.
Per questo sono state messe in atto anche campagne di comunicazione sul modello Oms che hanno coinvolto utenti, medici di medicina generale, farmacisti e l’Omceo. E ora è partita anche una Fad gratuita rivolta a medici, farmacisti e biologi. Non solo, la Regione ha puntato sull’informatizzazione: i dati regionali di consumo degli antibiotici e appropriatezza d’uso stanno confluendo sulla piattaforma ICAAROweb. Una piattaforma dalla quale tutte le Aziende posso attingere report e implementare un sistema di autovalutazione.
“La Campania è partita da una situazione di grande svantaggio rispetto alla media nazionale – ha spiegato
Antonella Guida, Dirigente di Staff Tecnico-Operativo della Direzione Generale Salute Regione Campania – per questo siamo stati chiamati ad essere immediatamente operativi. Da due anni, grazie all’emanazione di provvedimenti ad hoc, stiamo lavorando per riattivare da un lato l’attenzione sull’uso appropriato degli antibiotici e dall’altra la sorveglianza delle infezioni generate da batteri resistenti, effetto collaterale di un uso indiscriminato di antibiotici. Stiamo quindi portando avanti setting regionali con azioni di monitoraggio, sorveglianza e controllo attraverso organismo interni e con il coinvolgimento di tutte le Aziende sanitarie. Con il popolamento di flussi informatici e la reportistica che tornerà a chi immette i dati nel sistema – ha aggiunto – sarà possibile verificare lo stato dell’arte del fenomeno in maniera costante e continuativa. Abbiamo anche stretto accordi con i medici di famiglia per una corretta prescrizione raggiungendo già importanti risultati. Insomma, una sfida ambiziosa, ma abbiamo creato tutti i presupposti per continuare a migliorare il trend”.
Freccia decisiva nella faretra della Campania sono le linee di indirizzo per l’attuazione dei programmi di Antimicrobial Stewardship, ha spiegato
Ugo Trama, Responsabile della Uod Politica del Farmaco e Dispositivi: “È uno dei fiori all’occhiello che abbiamo messo in essere – ha detto – le linee di indirizzo sono state il frutto di un’analisi attenta condotta da un gruppo di lavoro, primo in Italia, composto da esperti della Regione, infettivologi, pediatri, microbiologi e farmacisti supportati anche da medici di medicina generale. L’obiettivo è stato quello di fornire a tutte le figure professionali e dirigenziali che, nei diversi ambiti e livelli assistenziali del Sistema sanitario regionale, sono coinvolte nei percorsi prescrittivi, raccomandazioni generali ed indicazioni specifiche, sia per la realizzazione dei programmi di Antimicrobial Stewardship, sia per l’implementazione locale dei protocolli di terapia antibiotica empirica. Un grande lavoro – ha concluso – e possiamo dire di essere ottimisti sul raggiungimento dei risultati futuri”.
Ester Maragò
29 ottobre 2018
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