Cimo Campania. Antonio De Falco confermato presidente
Rinnovati in Campania gli organi sindacali della segreteria regionale della Cimo, Confederazione italiana medici ospedalieri: rinnovata la fiducia, per un altro triennio, ad Antonio De Falco nel ruolo di presidente. Anche Ermanno Scognamiglio confermato nel ruolo di vicario. Tra gli obiettivi: portare la presidenza nazionale del sindacato in Campania indicando Guido Quici come candidato più autorevole.
04 LUG - Portare la presidenza nazionale in Regione Campania individuando
Guido Quici come il candidato più autorevole. Questo uno degli obiettivi prioritari della nuova segreteria regionale della Cimo, appena eletta.
Antonio De Falco confermato presidente per il prossimo triennio. Anche
Ermanno Scognamiglio confermato nel ruolo di vicario. Vice segretari regionali sono stati eletti
Raffaele Guglielmi e
Carmine Infante. Segretario regionale amministrativo
Mario Colucci. I tre revisori dei conti eletti sono
Alessandro De Masi, Vincenzo Tammaro e
Alberto Ruggiero.
“Per raggiungere tale scopo sono in corso miglioramenti degli aspetti organizzativi – avverte De Falco - ai fini di una maggiore visibilità e incisività in modo da aumentare la capacità di attrazione del sindacato confidando, con queste azioni, anche in un aumento degli iscritti che possa essere utile a collocare la Campania tra le prime regioni per numero d’iscritti, condizione che possa facilitare il perseguimento di questo obiettivo a breve termine”.
Altri obiettivi della neo segreteria regionale eletta sono il rilancio e l’impulso ai lavori delle Commissioni e dei Coordinamenti capaci di imprimere un maggior ruolo alla Giunta regionale per un approfondimento più puntuale delle realtà sindacali.
“A meno di fatti nuovi – avverte De Falco - al momento non presenti, l’obiettivo principale della Presidenza nazionale in Campania sembra a portata di mano e il Consiglio nazionale elettivo di settembre è pronto a eleggere
Guido Quici alla presidenza nazionale. Siamo, inoltre, la 2° Regione (dietro il Piemonte) per numero d’iscritti (951) che si sono incrementati di anno in anno. Certamente si può essere soddisfatti del lavoro da tutti hanno fatto per il raggiungimento di questi obiettivi, consapevoli comunque, che alcune altre attività potevano essere condotte in maniera più efficiente e che pertanto non è tutto oro quel che luce. Complessivamente però, a riconoscimento del lavoro di tutti, non possiamo non ritenere di aver raggiunto un buon successo che non è mai facile da raggiungere. Come Segretario regionale uscente sento, pertanto – aggiunge De Falco - il dovere morale di ringraziare il Consiglio e la Segreteria regionale, i Segretari e Consiglieri provinciali nonché, i Segretari aziendali per il lavoro incessante che hanno profuso in questi anni e che ci ha consentito il raggiungimento di questi obiettivi. Abbiamo davanti una continuità di lavoro e di obiettivi”.
Ecco il documento di impegno programmatico per il quadriennio 2017-2021
A tal fine, consci anche dell’abolizione nel nuovo statuto dei segretari Provinciali e dei rispettivi consigli provinciali, ci si propone:
1 - Dare maggiore e più concreta applicazione alle decisioni del Consiglio individuando, tenendo conto delle maggiori realtà sindacali ma anche delle capacità personali in termini di competenza specifica e di lavoro di squadra, componenti che si occupino di realizzare obiettivi specifici (chi fa-che cosa). A tal fine i membri eletti saranno integrati da componenti cooptati secondo le modalità previste dal regolamento regionale applicativo dello Statuto e del Regolamento Nazionale, valorizzando anche le esperienze acquisite dei pensionati.
2 - La istituzione di Coordinatori delle sezioni (art. 8 dello statuto) ed una loro efficace regolamentazione.
3 - Rilanciare e dare impulso ai lavori delle commissioni e dei coordinamenti con componenti motivati, scelti indipendentemente dal peso delle rappresentatività delle sezioni, poiché non tutte le Commissioni istituite hanno lavorato con il medesimo impegno ed apporto di idee (molto bene hanno lavorato le Commissioni 118 e psichiatria, qualche altra un po’ meno) e costituire quegli organismi solamente di effettiva importanza ai fini dell’attività sindacale.
4 - Programmare verifiche, almeno semestrali, sull’andamento delle attività sindacali nelle varie Asl/AO effettuando un’opera di vigilanza e controllo sulle attività sindacali periferiche. A tale proposito le Asl e AO vanno invitate a inviare, anche alla Segreteria Regionale, tutte le convocazioni e ogni altra corrispondenza di carattere sindacale e i Segretari di Sezione, a inviare in sede le comunicazioni e i verbali degli incontri sindacali.
5 - Cercare di migliorare ulteriormente i rapporti con la stampa tenendo ben presente l’isolamento, dal punto di vista mediatico, che vi era prima del 2010 e i risultati comunque lusinghieri ottenuti in questi anni che ci hanno consentito di superarlo, senza dimenticare che, in tale momento storico, è importante anche riuscire a parlare un linguaggio comprensibile al cittadino.
6 - Migliorare la comunicazione che in questi anni, purtroppo, è stato il nostro tallone di Achille. Ciò vale sia per la comunicazione interna agli iscritti ed ai quadri dirigenziali sia per quella esterna ai colleghi non iscritti ed in senso più ampio anche alle forze sociali e politiche ed alla cittadinanza. A tal fine va creato un organismo ad hoc con chiari obiettivi e verifica dei risultati con l’intento non solo di fare le cose ma anche di farlo sapere agli altri.
7 - Perseguire un rilancio organizzativo più moderno e professionale che ci consenta di rimanere, all’interno del dibattito sindacale e politico, in quella posizione di quasi preminenza che abbiamo raggiunto in questi anni. Ciò sarà possibile solo perseguendo l’unità, l’autonomia dalla politica e la partecipazione dal basso con nuovi “missionari” disposti al sacrificio, alla passione, alle competenze e alla progettualità.
8 - Avere una maggiore presenza del sindacato in periferia con una maggiore visione delle questioni che interessano gli iscritti (turni di servizio, retribuzione, libera professione, rischio lavorativo, ferie, straordinario ecc.) e una loro maggiore attenzione sindacale da parte dei Dirigenti sindacali delle Sezioni. Compito primario di un sindacato è di tutelare gli interessi e le aspettative dei propri iscritti.
Da un buon sindacato però questa tutela va esercitata in forme responsabili e lungimiranti che non si limitino solo ad assecondare le spinte rivendicative più elementari ma sappiano non fare scelte irrazionali e non creare illusioni con il rischio di pagarle a caro prezzo.
Oggi è sempre più netta la percezione di un distacco sempre più profondo tra chi opera nella Sanità pubblica e chi la indirizza e guida. Il distacco è ancora più netto nella fase progettuale e conduce a scelte che talvolta non rispecchiano le reali necessità e talaltra non definiscono in modo corretto la scala di priorità.
Oggi è anche più evidente l’incertezza che regna e l’assenza di un chiaro disegno sulla Sanità Pubblica a meno che non si voglia ritenere il suo smantellamento frutto di una precisa volontà. Probabilmente, invece, causa di queste incertezze sono da ricercarsi nell’assenza di figure guida a livello regionale e centrale che sappiano far camminare la macchina nella giusta maniera (direzione). Difatti registriamo, purtroppo con molto rammarico, lentezza nel rimpiazzare posizioni apicali, lentezza nelle assunzioni, lentezza nella definizione degli organici, lentezza nell’apertura dell’ospedale del mare, inadeguata verifica delle necessità primarie per rivedere, ove necessario, il programma di investimenti, resistenza ad assumersi responsabilità.
Compito di ogni buon dirigente sindacale è anche quello di segnalare lacune e inefficienze, sprechi, ingiustizie e illegalità quando ci sono.
Spesso però è più conveniente il silenzio, perché oggi ad essere fuori dal coro si rischia. Chi solleva il problema diventa il problema ed allora è meglio ignorare, lasciar cadere. Eppure non si chiede che di aprire una discussione serena, discutere di Sanità per fare in modo che migliori e non peggiori discutendo principalmente di quel che non va.
A tal fine va implementato un percorso motivazionale e formativo dei quadri sindacali che lavorano sul campo e che dovranno poi confrontarsi con le problematiche aziendali degli iscritti.
9 - Oltre l’aspetto francamente sindacale, non va dimenticato che il sindacato sta assumendo sempre più anche il ruolo di erogatore di servizi per i suoi iscritti. Questa linea di attività va pertanto più attentamente seguita ed incrementata, impegnando risorse e tempo maggiore di quello fino ad oggi impiegato. Questo potrebbe consentire l’avvicinamento al sindacato anche di colleghi con tipologie lavorative diverse e l’incremento della presenza dei pensionati all’interno del nostro sindacato.
10 - Infine in ultimo, ma non ultimo perché tra i principali obiettivi che questa Segreteria Regionale dovrà perseguire, la formazione e la creazione di una nuova classe dirigente che dovrà prepararsi a guidare il sindacato nel prossimo futuro tenendo presente che il valore della conoscenza è nella sua trasmissione. Non dobbiamo trovarci impreparati di fronte a ciò che si sa dovrà avvenire. Ciò significa che ognuno di noi, che per raggiunti limiti di età, passerà il testimone, sarà impegnato. a trasferire le proprie conoscenze e competenze sindacali acquisite sul campo e negli anni a coloro che lo desiderano e ancor più dimostrino di meritarlo per l’impegno e la dedizione che profondono ed intendono continuare a profondere nel sindacato.
Ettore Mautone
04 luglio 2017
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