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Caserta. Oliviero (Pd) scrive a Lorenzin e Padoan: “Piano di rientro è libro dei sogni non attuato”

Tra i mittenti anche il presidente della Regione, il commissario ad acta e la Struttura Ministeriale per verifica LEA e Piano di Rientro. Nella lettera il presidente Pd, della Commissione Ambiente evidenzia “la continua discriminazione nei confronti della provincia di Caserta per quanto attiene il diritto alla salute”.

10 MAR - “Ho reputato assolutamente necessario inviare una nota ai Ministri Pier Carlo Padoan e Beatrice Lorenzin, agli Uffici Ministeriali deputati al controllo di LEA e Piano di Rientro, oltre che al Presidente della Regione De Luca e, al Commissario ad Acta per la Sanità, in quanto sono dell’idea che, di questo passo, il Piano Ospedaliero per Caserta e provincia, rimarrà un’illusoria chimera”. Lo spiega, in una nota, il Presidente PD e componente della Commissione Ambiente in Consiglio Regionale Campania, Gennaro Oliviero.

“Il D.M. 70/2015 - prosegue Oliviero nella nota - intendeva garantire, nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, dei Livelli Essenziali di Assistenza qualitativamente appropriati, nell’ottica di una significativa riduzione dei costi. Un fondamentale aspetto che doveva essere recepito nel Piano Ospedaliero regionale, il DCA n. 33, del 17/05/2016. Invero, le buone intenzioni non sono mancate. Difatti, per la provincia di Caserta, è stato previsto un incremento, di 503 posti letto, in attesa della realizzazione del Policlinico di Caserta. In tal modo, non sarebbe raggiunto il coefficiente di 3,70 letti per abitante previsto, tuttavia la giusta via pareva segnata”.

“Invece, quello che viene effettivamente a manifestarsi - prosegue - è il collo di bottiglia rappresentato dalla mancata correlazione tra pianificazione e attuazione: il potenziamento coinvolge i Presidi Ospedalieri, senza tener conto del fatto che le strutture non rispettano i requisiti minimi strutturali, oltre che organizzativi e tecnologici, ragion per cui risulta, a tutt’oggi, quantomeno problematico l’effettiva realizzazione di un concreto ingrandimento della loro capacità. Il Commissario ad Acta, nella ripartizione dei posti letto nella Provincia di Caserta, pur riconoscendo la fortissima penalizzazione di Terra di lavoro, ha riprogrammato in aumento, non esplicitando i criteri in base ai quali sarà possibile effettuare questa delicata e fondamentale operazione”.

A questo, secondo Oliviero, “si aggiunge l’amara sorpresa, una volta analizzato il DCA n. 7, dello scorso 8 febbraio, riguardante il Programma interventi edilizia sanitaria. Si tratta di un atto indispensabile per addivenire allo sviluppo dell’offerta sanitaria pubblica in provincia di Caserta, in quanto il Regolamento ministeriale pone come conditio sine qua non, la qualità e la sicurezza strutturale. Tuttavia, stando alla realtà diventa difficile pensare che questa ipotesi possa effettivamente realizzarsi: a fronte di un’incidenza del 16% riguardo la popolazione provinciale su quella regionale, le risorse distribuite a Caserta e provincia, ammontano neanche al 10%”.

“Inoltre - aggiunge - bisogna subire, nel riparto delle risorse destinate al Servizio Sanitario Regionale, una distrazione di fondi, imputati alla SUN (solo virtualmente assegnata a Terra di Lavoro, nonostante il Protocollo d’intesa tra la citata Azienda Ospedaliera e la Regione, confermi e rafforzi questa scelta operativa) pienamente funzionante nel capoluogo partenopeo, con utenza, prevalentemente, napoletana”.

“Se l’incarico prioritario del Commissario ad Acta per la Sanità è, adottare tutti gli interventi necessari a garantire l’erogazione dei LEA, tendendo al migliorando gli attuali indici, unica prospettiva e, logica conseguenza proponibile per la Regione Campania, sarà soltanto un commissariamento permanente, in quanto Livelli Essenziali di Assistenza ottimali non saranno mai raggiunti in virtù della carente offerta sanitaria casertana”, dice ancora Oliviero.

“Alla luce di questa stato dei fatti - aggiunge - mi pongo un dubbio: l’organizzazione ospedaliera messa in piedi dalla Struttura Commissariale è soltanto ipotetica, visto che nella prassi viene disattesa; oppure, siamo in presenza di una programmazione sanitaria non rispondente ad uno strategico e univoco criterio?”.

“I miei timori - conclude Gennaro Oliviero - vengono ulteriormente consolidati dalla completa assenza della politica in questa vicenda, un dato destinato a segnare l’attenzione della cittadinanza casertana che, vedendo sospese le proprie scelte e, soprattutto, nel rendersi conto di quanto venga negato, amministrativamente, il proprio bisogno primario, costituzionalmente garantito, del Diritto alla salute, potrebbe adire le competenti Autorità per ottenerne un riconoscimento forzoso”.

10 marzo 2017
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