Ospedale Nola. I medici vanno ringraziati, non condannati
11 GEN -
Gentile direttore,
sono un medico direttore di unità operativa complessa di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Roma, e non abbiamo un pronto soccorso, quindi non ho interessi diretti, né sono un sindacalista.
Ritengo necessario manifestare tutto il mio sdegno per quanto sta accadendo nei confronti dei colleghi di Nola. Questi hanno soccorso le persone come hanno potuto e la mancanza di mezzi, letti, ed altro non è certo dipeso dalla loro volontà.
Tutti coloro che oggi gridano allo scandalo e fanno ricadere le colpe sui colleghi del pronto soccorso non sanno, o fanno finta di non sapere, che il medico del pronto soccorso può in molte realtà paragonarsi ad un medico di un ospedale di guerra?
Sanno costoro che non sono i medici ma i politici e i direttori generali che per un piano di rientro teorico e irreale mettono la vita dei cittadini a rischio? Sanno quanti turni con orari fuori dalle norme devono fare i medici del PS? Sanno che le piante organiche sono scoperte?
Se vogliamo veramente rendere efficace l'operato di un ospedale è necessario agire sul territorio, creare posti per i pazienti cronici che altrimenti occupano posti letto in ospedale e quindi i pronto soccorso non possono trasferire in reparto i loro degenti; è necessario potenziare l'assistenza domiciliare, i Day Hospital, ed altre reti di assistenza altrimenti si avranno sempre situazioni di estremo carico sui pronto soccorso e i medici che pur di fare il loro dovere lavoreranno anche a terra, calpestando anche l'amor proprio e la dignità spettante.
A mio avviso Ministro e Presidente della Regione Campania avrebbero dovuto ringraziare e non condannare i colleghi.
Marco Traballesi
11 gennaio 2017
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