Campania. È allarme diabete. Federfarma e medici Amd scendono in campo con una campagna informativa
Sono quasi 400 mila i pazienti in cura. Un trend in crescita che porterà tra 20 anni a più di mezzo milione di malati. L'associazione di categoria delle farmacie campane avvia insieme all’Associazione medici diabetologi (Amd) un percorso formativo per i farmacisti ed informativo per la popolazione. E intanto sul fronte della programmazione delle cure arriva la diffida dell’Aspat a Na 2 nord: "Subito gli accreditamenti".
26 GIU - Allarme diabete in Campania, quasi 400 mila i pazienti in cura. Un trend in crescita che porterà tra 20 anni a più di mezzo milione di malati. Un record negativo che si sposa con i casi di obesità infantile e di malattie cardiovascolari che incidono sui costi sanitari per le cure che già oggi sfiorano il miliardo di euro l’anno. Scendono in campo, per un progetto formativo e informativo alla popolazione, Federfarma e l’Associazione medici diabetologi (Amd)
“La Campania è la seconda regione italiana, dopo la Lombardia – avverte
Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Campania – in cui c’è il maggior numero di persone affette da diabete. Siamo poi davanti a tutti se rapportiamo il dato alla popolazione. Numeri allarmanti, soprattutto se abbinati al record negativo di obesità infantile. E se il trend europeo è inquietante (nel 2035 si stimano quasi 40 milioni di diabetici), quello regionale non può che esserlo altrettanto, se non di più. Un problema, dunque, di rilevanza sociale oltre che squisitamente medica, rispetto al quale Federfarma intende offrire un contributo assistenziale”.
L’associazione di categoria delle farmacie campane avvia insieme all’Associazione medici diabetologi (Amd) un percorso formativo per i farmacisti ed informativo per la popolazione. Il progetto é realizzato grazie al contributo di Johnson & Johnson Diabetes Care Companies.
“Si partirà da Napoli con la formazione dei farmacisti – aggiunge Di Iorio - non un mero aggiornamento tecnologico sui presidi per diabetici, ma anche un percorso di conoscenza della malattia che possa avviare quel necessario cambiamento culturale importante ed urgente a fronte dell’aumentare dei pazienti diabetici”. “Il paziente diabetico - continua Di Iorio - si è sempre rivolto con fiducia al farmacista perché individua nella farmacia un luogo di competenza professionale”. “E’ paradossale - commenta Ernesto Rossi, presidente regionale dell’Amd Campania - che nel paese della Dieta Mediterranea siamo costretti a registrare dei tassi così alti di obesità. È quindi evidente che il problema sia anche politico: dobbiamo pensare a città che abbiano più spazi verdi, più strutture sportive ed accompagnare il tutto da continue campagne d’informazione ed iniziative culturali”.
I
dati
Attualmente secondo l’osservatorio epidemiologico della Regione, sono più di 375 mila in Campania (11% del Paese) pari al 6,5% della popolazione, contro una media nazionale che è del 5,5%. In termini numerici assoluti siamo secondi alla Lombardia che ha più di 400mila diabetici a fronte, però, di una popolazione di circa 10mln di persone. Considerando i familiari il numero delle persone “coinvolte” sale a a 750mila. Un dato che proietta la Campania, da qui a 20 anni, ad avere oltre mezzo milione di pazienti diabetici. Invecchiamento della popolazione, stili di vita, inattività fisica e tasso di obesità le principali cause.
La Campania fa registrare il peggior dato nazionale in quanto ad obesità infantile, il 36,6% dei bambini è obeso o sovrappeso contro una media nazionale è del 26,2%. Quanto ai costi ospedalieri il 10% della spesa sanitaria in Italia è legata al diabete. La maggior parte (60%) se ne va in ricoveri il 13,5% per le visite ambulatoriali. In Campania si stima una spesa di circa un miliardo di euro all’anno (900mln per l’esattezza) ma con un ospedalizzazione più bassa della media nazionale grazie alla rete di assistenza diabetologica. È appena del 4% il costo dei presidi per diabetici. Un progetto di formazione serve anche ad educare la persona diabetica al migliore e più sereno approccio alla patologia per un uso appropriato e responsabile dei presidi e della molteplicità di farmaci che ruotano attorno alla persona con diabete in chiave di appropriatezza prescrittiva con conseguenti risparmi economici per la Regione”.
I centri territoriali di cura
Sul fronte della programmazione delle cure il presidente della Regione,
Vincenzo De Luca, ha più volte richiamato il dato relativo all’eccessivo numero di amputazioni legate al Piede diabetico. Di piede diabetico, in Campania, ne sono afflitti circa 60 mila pazienti. Ogni anno 600 di essi sono costretti ad amputazioni totali o parziali in seguito a complicazioni e gangrene. Grande assente è la prevenzione. Perché il diabete, e soprattutto il piede diabetico, possono essere efficacemente curati e soprattutto prevenuti. “Fondamentale – su questo punto – avverte il Governatore – sarà chiudere subito i contratti con le strutture accreditate e, al tempo stesso, definire i fabbisogni”.
“In Campania – aggiunge
Pierpaolo Polizzi, presidente Aspat - quello dell’assistenza diabetologia è un nodo irrisolto. Si tratta di una disciplina assistenziale che rappresenta solo una piccola fetta dell’assistenza convenzionata con 25 strutture accreditate in Campania, quasi 100 mila pazienti assistiti e un budget annuo totale di 8 milioni di euro a fronte dei 337 assorbiti dall’intera specialistica. Un solo milione in più messo nel piatto garantirebbe la cure e i controlli a tutti i pazienti diabetici campani fine a fine anno senza interruzioni dopo l’estate come avviene ogni anno.
Non solo, a Napoli 2 nord dall’inizio dell’anno, per decisione del nuovo commissario
Antonio D’Amore, sono stati interrotti i rapporti provvisori con una dozzina di centri in attesa di accreditamento e attivato un processo di potenziamento delle strutture distrettuali costoso e fuori norma che ha disorientato i pazienti, ridotto i livelli di assistenza, polverizzato le competenze e parcellizzato gli interventi integrati che erano effettuati in strutture che da oltre dieci anni avevano i carico i pazienti. Pertanto, come associazione di categoria maggiormente rappresentativa, abbiamo fatto partire una diffida alla Asl a “concludere nel più breve tempo le procedure di accreditamento dei centri di diabetologia autorizzati e a non rilasciare alcuna nuova autorizzazione alle realizzazione e all’esercizio dell’attività sanitaria per centri pubblici e privati nelle more della conclusione di tale iter.
Ettore Mautone
26 giugno 2016
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