Emilia Romagna. Consiglieri FI: “Ridefinire indennizzi per emotrasfusi per garantire equità”
In un’interrogazione alla Giunta i consiglieri Bignami e Aimi spiegano che ad alcuni pazienti non viene riconosciuto l’indennizzo per "insussistenza dei requisiti temporali" in quanto i sintomi delle patologie compaiono dopo molti anni. "Rsolvere il problema, anche in assenza di adeguata risposta dei ministeri della Salute e del Tesoro".
24 APR - L'indennizzo da corrispondere in Emilia-Romagna a persone che negli anni '70 e '80 hanno contratto, presso strutture pubbliche, gravi patologie quali epatiti e virus dell'aids a causa di trasfusioni con emoderivati infetti, è al centro di un'interrogazione presentata da
Galeazzo Bignami, primo firmatario, ed
Enrico Aimi, consiglieri regionali emiliano-romagnoli di Forza Italia.
A questi emotrasfusi affetti da patologie croniche, ricordano i consiglieri, "lo Stato riconosce un indennizzo, una sorta di 'pensione' bimestrale di importo variabile a seconda della gravità della patologia e del livello di invalidità". Purtroppo, però, “vengono segnalati sempre più casi di pazienti ai quali non viene riconosciuto tale indennizzo a causa dell'insussistenza dei requisiti temporali previsti dalla legge, poiché, nei casi in questione, i sintomi di tali patologie sono comparsi dopo molti anni".
Bignami e Aimi chiedono pertanto alla Giunta "se non si intenda intervenire nelle sedi opportune affinché vengano ridefiniti i meccanismi di corresponsione delle indennità, in modo da non creare disparità di trattamento fra i soggetti indennizzati". Domandano, infine, "quali altre misure si ritenga opportuno e necessario approntare per risolvere i casi evidenziati, anche in assenza di adeguata risposta da parte dei ministeri della Salute e del Tesoro".
24 aprile 2015
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