De Luca attacca Speranza: “Il ministero è inesistente e così alimenta disegueglianze”
Il presidente della Regione torna ad attaccare il ministero guidato da Roberto Speranza accusandolo, ad esempio, di avere penalizzato la Campania nella distribuzione dei vaccini anti Covid e di averlo fatto “colpevolmente”. Poi aggiunge: “La Campania non intende contrattare più nulla, intendiamo ottenere il rispetto dell’uguale diritto di tutti i cittadini alla Salute”. Sul riparto, stoccata anche alle Regioni del Centro-Nord, “che quando hanno sistemato i propri problemi, non hanno grande propensione a ragionare su quelli che vivono male”.
07 LUG - “Il ministero della Salute non esiste. Tra il cosiddetto ministero della Salute e la realtà concreta c'è lo stesso rapporto che esiste tra una cartomante e un’astrofisica". Lo ha detto il presidente della Regione Campania,
Vincenzo De Luca, nel suo intervento a 'Laboratorio Sanità 20730'.
“L'ultima testimonianza dell'inesistenza del ministero - ha aggiunto De Luca - l'abbiamo avuta a fine giugno, data di scadenza dei contratti a tempo determinato dei medici e degli infermieri delle Usca, unico presidio rimasto sul territorio. Il ministero della Salute era evidentemente in ferie, non ha detto neanche una parola, e dunque ci siamo dovuti fare carico, come Regione, della questione, perché se avessimo dovuto contare sul ministero avremmo smantellato l'unico presidio di medicina territoriale che abbiamo. E' una cosa sconvolgente”.
Per De Luca la dimostrazione che il ministero della Salute sia “virtuale” nasce anche da un bilancio sulla pandemia. “Il ministero avrebbe dovuto garantire la gestione dei vaccini in maniera equa: una testa, un vaccino. Non lo ha fatto. Ha scaricato la responsabilità sui commissari. La Regione Campania a giugno aveva 2mila dosi di vaccino in meno rispetto al Lazio. Una vergogna. Quando a gennaio abbiamo cominciano la campagna di vaccinazione, c’è stato detto ‘diamo prima i vaccini alle regioni che hanno la popolazione più anziana’. Noi abbiamo subito detto sì, con l’intesa che ad aprile, poi, si trovasse l’equilibrio: un cittadino, un vaccino. Ad aprile, tuttavia, si sono dimenticati di farlo”.
“Quando poi è cominciata la campagna di vaccinazione nelle scuole, dove quindi c’era necessità maggiore per le regioni con la popolazione più giovane - ha proseguito De Luca - nessuno ha pensato di adottare lo stesso criterio adottato per gli anziani a gennaio. Dunque il ministero della Salute è stato inesistente, colpevolmente, perché il suo compito è garantire uguale diritto alla salute ai cittadini, altrimenti è inutile”.
Per il presidente campano il ministero è inoltre colpevole della “rottura del rapporto di fiducia tra cittadini e Stato” avvenuto a causa della carenza di comunicazioni da parte del dicastero sui rischi legati all’utilizzo del vaccino di Astrazeneca, vicenda su cui "non si è capito niente”.
Per De Luca è fallito anche il progetto di produrre i vaccini in Italia. “La Campania era partita una operazione che è stata bloccata dal ministero perché a Roma hanno deciso di varare un progetto per la produzione dei vaccini. Un grande progetto, fallito e bocciato dai tribunali amministrativi perché la procedura era scorretta”.
“Per questo - ha proseguito De Luca - mi commuove la fiducia che ancora viene destinata a questa entità virtuale”. “Noi, in Campania - ha chiarito De Luca - non intendiamo contrattare più nulla; intendiamo ottenere il rispetto dell’uguale diritto dei cittadini italiani alla salute, dal Piemonte alla Sicilia. Punto e basta”.
De Luca annuncia battaglia anche sui criteri di riparto del fondo sanitario nazionale: “Hanno fatto finta di non vedere il problema tutti quanti, tutte le forze politiche, centro, destra e sinistra, affratellati nell’opportunismo. Noi abbiamo deciso di non tacere più e non faremo un passo indietro se non avremo lo stesso riparto del fondo sanitario per ogni cittadino italiano, poi a margine si affrontano le situazioni di emergenza”.
“Nell'ultima proposta informale del 'virtuale di Roma' - ha spiegato il presidente della Campania - il riparto per il 99% ricalca la spesa storica e attribuisce uno 0,5% e uno 0,5% per la deprivazione sociale e per l'aspettativa di vita. Questo per me è un atto di delinquenza politica, che ovviamente non accetteremo. Immagino che i confratelli presidenti di Regione del Nord siano già pronti a firmare", perché “i nostri confratelli del Centro-Nord, quando hanno sistemato i propri problemi, non hanno grande propensione a ragionare su quelli che vivono male. Il Sud non è un pezzo di terra da cancellare ma è l'anima di questo Paese e merita rispetto”.
Parlando del Covid come di uno tsumami che ha travolto tutti e "ci ha chiamato a fare i conti con decenni di ritardi", il presidente della Campania ha voluto sottolineare come "al personale medico e infermieristi abbiamo il dovere di esprimere gratitudine profonda per quello che hanno fatto e per i risultati che hanno prodotto". Anche De Luca ha espresso quindi preoccupazione per l’andamento della pandemia: “Abbiamo dieci volte più contagi rispetto a un anno fa, quattro volte più ricoveri nei reparti ordinari, un 20% in più nelle terapie intensive, dove tutto sommato si regge. Ma è evidente, per ragioni statistiche, che se arrivi a 100 volte più contagi, arriveremo alla fine anche all'aumento dei ricoverati nelle terapie intensive”.
Tutto questo avviene mentre la situazione negli ospedali “è drammatica”, perché “c'è una parte di personale medico contagiato e che dunque non va nei reparti. Inoltre siamo ormai nel pieno del piano ferie del personale, che è stremato, non ce la fa più. Fra ferie, pensionamenti e personale contagiato noi facciamo fatica a reggere i reparti ordinari. Questo a Roma non lo sanno, è la realtà concreta che devono gestire le Regioni. In questo Paese il 99% del lavoro anti covid lo hanno fatto le Regioni, non Roma. Roma non ha fatto niente. Stiamo aspettando di avere indicazioni, il ministero dovrebbe definire i protocolli, ma figuriamoci se affronta i problemi concreti di gestione dei reparti”, ha concluso.
Quanto al Pnrr, ha aggiunto, “quando dicono che hanno destinato il 40% al Mezzogiorno, devono sapere che hanno fatto il minimo sindacale, perché quei 209 miliardi che ha avuto l'Italia non li abbiamo avuti per motivi generali ma per recuperare il divario Nord-Sud. Avremmo dovuto destinare il 60%, non il 40%, per recuperare il divario territoriale”. Sul progetto Case di Comunità, “in Conferenza delle Regioni la Campania ha fatto una sola domanda: stiamo partendo con la realizzazione di centinaia di case di comunità ma abbiamo le risorse per il personale? Ci hanno risposto di no. Quindi noi continuiamo a parlare del piano per le case di comunità, ma il ministero dell'Economia, in un incontro con le Regioni, ci ha detto che non è in grado di garantire la copertura finanziaria. Tuttavia 'il chierichetto' continua a raccontare che stiamo facendo le case di comunità e la medicina territoriale; ad oggi è una grande balla, non è politicamente corretto", ha detto De Luca senza citare apertamente il ministro della Salute
Roberto Speranza.
07 luglio 2022
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