“Indennità Covid” anche ai Tecnici sanitari di laboratorio biomedico
18 NOV -
Gentile Direttore,
la questione, sollevata in queste ore da Sindacati, colleghi autorevoli degli Ordini Professionali e degli Albi di categoria, s’incentra non soltanto ed esclusivamente sulle entità del rinnovo dei contratti della P.A. nella Bozza della legge di Bilancio, che il governo ha inviato alle camere per l’approvazione, ma necessariamente deve porre l’accento anche alle risorse ed al contenuto della art.73 della stessa Legge, che prevede l’istituzione di un fondo di 335 mln di Euro da destinare componente della parte salariale dei “colleghi infermieri”.
Questo passaggio in virgolettato, non è figlio una lotta campanilistica tra categorie professionali distinte, bensì vuole essere introdotto come elemento di valutazione per il legislatore affinchè possa aver chiaro che il SSN nazionale non può e non deve avere corpi distinti, ma deve necessariamente organizzarsi finanche nei riconoscimenti salariali, come un “tessuto essenziale unico al funzionamento dell’organismo”.
La lotta alla pandemia causata dal SARS Covid-19, cosi come il contributo al buon funzionamento del SSN passa dall’efficentamento delle reti diagnostiche le quali sono il punto di partenza di ogni protocollo di diagnosi di qualsiasi patologia e razionalizzazione dei trattamenti di cura. Le stesse reti vivono grazie al lavoro di professioni riconosciuti dallo Stato ma che, come (mi perdoni il termine medico) ogni organo ha bisogno d’ossigeno e sostegno, economico ed umano.
Nei vari rapporti pubblicati in questi mesi, da parte di INAIL e ISS, emerge che il contributo diagnostico è essenziale, ma si ribadisce che nei laboratori così come nelle corsie dei reparti ospedalieri, si combatte contro il virus ed ogni tanto ci si ammala anche allo stesso modo di COVID-19.
Una guerra nella quale, la linea del fronte passa dalla processazione dei Tamponi molecolari, e quindi dal ruolo che la nostra categoria professionale, i Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico, contribuisce univocamente a rintracciare positivi e certificare i guariti.
Gli stessi parametri epidemiologici, il famoso “Rt ad esempio”, sarebbero senza il nostro contributo, impossibili a qualsiasi comitato tecnico scientifico da valutare e quantificare, ed in assenza di questo silenzioso lavoro, nessuna differenziazione dei rischi per territorio si potrebbe ipotizzare.
Il laboratorio e il personale tecnico che vi lavora, oggi garantiscono, sostanzialmente di prevedere le dinamiche dell’epidemia ed evitare il collasso del sistema sanitario nazionale.
La richiesta di un giusto riconoscimento salariale, non quindi figlio una sterile battaglia campanilistica tra professioni, rappresenta un elemento formale di riconoscimento del nostro lavoro.
Includere la nostra categoria nel art.73 della legge di bilancio è un atto di onestà morale e di formale riconoscimento del ruolo che la nostra professione da al Servizio sanitario nazionale.
Marco Gentile
Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Sez. di Catanzaro
18 novembre 2020
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