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Calabria. Cup unico regionale e un percorso protetto contro le liste d’attesa

Progetto della Regione approvato dal ministero della Sanità e finanziato con circa 15 milioni di euro. Previsto, ra le altre cose, la separazione delle agende per le ‘prime visite’ da quelle di ‘controllo’, con prenotazione diretta della prima visita prenotata direttamente dal medico di famiglia. Soddisfazione di Cittadinanzattiva per l’iniziativa: “Ma servono certezze sui tempi e chiarezza sulle decisioni”.

06 DIC - La Calabria prepara un piano contro le liste d’attesa, approvato dal ministero della salute e finanziato con circa 15 mln di euro.  Il progetto prevederebbe la costituzione di un Cup unico regionale e un “percorso protetto” per il paziente finalizzato a dare risposte tempestive ai bisogni. In questo senso sarebbe prevista, ad esempio, la separazione delle agende per le ‘prime visite’ da quelle di ‘controllo’. La prenotazione di visite e prestazioni di controllo dovranno essere obbligatoriamente programmate al momento della conclusione della prima visita o prestazione da parte dello specialista. La prima visita, prenotata direttamente dal medico specialista o dal medico di medicina generale o Pediatra di libera scelta, nonché la visita finalizzata a un approfondimento diagnostico, devono necessariamente essere correlate tra di loro e riconducibili al soggetto prescrittore di riferimento. Sarebbero queste le caratteristiche del progetto, secondo le prime notizie.

Cauta ma soddisfatta Cittadinanzattiva Calabria. Si l’associazione accoglie con favore la notizia del progetto della Regione dell'istituzione di un Cup unico per tutto il territorio regionale, finalizzato alla riduzione delle “assurde, caotiche e lunghissime” liste d’attesa, chiede tuttavia chiarezza su alcuni aspetti: “Quando inizierà e soprattutto quando sarà portato a conclusione il progetto? I pazienti saranno “smistati” per ricevere le cure in ambito provinciale o regionale? Fattore molto importante che deve tener conto della peculiarità sia dei territori che delle necessità degli stessi cittadini”, sono i quesiti posti da Felice Lentidoro, segretario regionale Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.

Sul concetto di presa in carico, “non è una novità: in realtà esiste ma non viene applicata se non in rari casi”, osserva Cittadinanzattiva. L’associazione chiede, pertanto, che “sia effettuata e che sia completa, non solo con la determinazione di un appuntamento ma accompagnata da tutte le indicazioni del caso. Chiediamo inoltre che siano inserite anche le ‘dimissioni protette’, in maniera che il paziente venga tutelato in tutto il suo percorso di cura”.

“Infine chiediamo - conclude la nota di Lentidoro - che, fino a quando le liste d’attesa attuali non si esauriranno con queste nuove azioni e sistemi, vengano sospese le cure in intramoenia”.

06 dicembre 2019
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