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Talassemici a Cosenza, ecco come stanno veramente le cose

13 SET - Gentile Direttore,
in nome e nell'interesse del dott. Francesco Zinno, Direttore del Centro Trasfusionale dell'Ospedale di Cosenza, rappresento quanto segue. Nell'edizione del 6 settembre ultimo scorso, il "quotidianosanità.it" ha pubblicato una nota dal titolo "Ecco come vengono trattati i pazienti thalassemici a Cosenza", a firma dei signori Branca, Luzzi, Pasqua, Lo Curzio e Amendola, componenti del Consiglio Direttivo dell'ATCS, Associazione Thalassemici Cosenza.
 
I firmatari imputano al Direttore del Centro Trasfusionale di avere architettato la modifica delle procedure di accesso al reparto, divenute più lunghe e sfibranti, per mera reazione alla verifica effettuata dalle istituzioni sanitarie su sollecitazione degli stessi scriventi. Per effetto di ciò, continuano i firmatari della nota, ai malati verrebbero imposte almeno cinque ore di attesa prima di iniziare la terapia, gli stessi sarebbero costretti ad effettuare l'attesa in strada e privati dell'uso delle poltrone trasfusionali.
 
Una situazione definita pericolosa e kafkiana, ingiustificata, incomprensibile, dettata unicamente dallo spirito di ritorsione e di prevaricazione del dott. Zinno.
 
L'estrema sintesi evocata nell'incipit dello scritto del 6 settembre non può spingersi fino alla totale omissione di fatti, noti ai predetti redattori eppure completamente taciuti, ovvero alla gratuita denigrazione della persona e del professionista responsabile del Centro.
I predetti signori, che non esprimono il pensiero dei 58 pazienti in carico al Centro Trasfusionale dell'Ospedale di Cosenza, né di tutti i componenti della loro associazione né, ovviamente, quello dei thalassemici riuniti in altre associazioni, sanno molto bene che, nello scorso mese di luglio, il Centro Trasfusionale è stato interessato da un AUDIT Commissariale.
 
In tale occasione sono state rilevate alcune criticità, alla luce delle quali il dott. Zinno non può fare altro che attenersi alle prescrizioni impartite in quella sede e adottare la
consequenziale azione correttiva (NC 11 punto 5), che significa dare attuazione - benché ciò possa creare disagi ai pazienti - a quanto previsto dalle norme e dagli standard vigenti. 
Nello specifico, e per ricondurre alla loro effettiva dimensione le parole dei firmatari della nota, rappresento che, per quanto disposto nell'ordine di servizio predisposto dal dott. Zinno, il flusso prevede che tra le 8.00 e le 9.00 venga effettuato l’emocromo e, all’ottenimento del risultato di quest’ultimo, si proceda con il prelievo dei campioni per le prove di compatibilità (è opportuno sottolineare che il campione deve essere necessariamente inviato presso il Laboratorio analisi e non più presso il Centro, in quanto solo il primo è interfacciato con la cartella clinica informatizzata).
 
Inoltre, per evitare rischi di errore in ambito della Trasfusione AB0 incompatibile, la provetta per le prove di compatibilità non può essere prelevata contestualmente, perché, altrimenti, sarebbe necessario procedere ad una ri-etichettatura della stessa, cosa pericolosa e ad altissimo rischio di errore.
 
È altresì importante che il paziente da sottoporre a trasfusione sia adeguatamente identificato mediante un braccialetto specifico (cosa che può avvenire solo dopo l’esecuzione delle prove di compatibilità) e, proprio per tale motivo, la poltrona trasfusionale può essere assegnata solo dopo tale procedura (il tutto è conforme al “DECALOGO AB0 del Centro Nazionale Sangue).
 
Tale nuova procedura ha necessariamente allungato i tempi di trasfusione dei pazienti e, ad eccezione di quelli non deambulanti, la postazione viene assegnata solo dopo l’esecuzione dei prelievi per le prove trasfusionali; durante questo intervallo, di circa un'ora e mezza, i pazienti (tra l’altro in regime ambulatoriale), non sono costretti a rimanere per strada, ma  possono sostare in una delle due sale di attesa presenti nell’edificio, utilizzate  - come è giusto che sia - anche dai pazienti che afferiscono all’UOS di Emostasi e Trombosi.
 
Una situazione di fatto, come è agevolmente rilevabile, ben diversa da quella rappresentata nella nota pubblicata il 6 settembre, non soltanto in relazione alle modalità di erogazione del servizio, ma soprattutto riguardo all'attribuzione al dott. Zinno di condotte prevaricatrici, riprovevoli sotto il profilo personale, professionale, etico, deontologico.
 
Giova ulteriormente rilevare che il Servizio Trasfusionale ha in carico i pazienti talassemici a far data da luglio 2017 e che da allora, sui 58 pazienti in cura, un gruppo di poche unità non perde occasione per esprimere recriminazioni di ogni genere ed offese gratuite all'indirizzo del dott. Zinno, al fine di intimorirlo e lederne l'immagine professionale.
Proprio in questi giorni, cavalcando le doglianze diffuse dai redattori della nota, sono apparsi sul web interventi minatori ("si accorgerà quando gli faranno male le costole") e gravemente offensivi ("Hitler è resuscitato"), che hanno costretto il mio assistito a denunciare i fatti alla Procura della Repubblica.
 
Pertanto, poiché è quanto mai importante fornire la rappresentazione veritiera dei fatti, sia per poter tendere al miglioramento dei servizi, sia per poter distinguere le giuste rivendicazioni dalle ingiustificabili aggressioni, chiedo che si dia integrale pubblicazione alla presente nota.
 
Avv. Davide Garritano 

13 settembre 2019
© Riproduzione riservata

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