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Oliverio torna alla carica: “Stop al commissariamento o mi incateno”

"Il commissariamento ha fallito. E' fuori dalla realtà pensare di poter affrontare la questione solo in termini ragionieristici. Serviva un piano di riqualificazione dei servizi con il taglio delle aree di inefficienza e degli sprechi. E invece c'è stato uno smantellamento o l'indebolimento dei servizi con tagli lineari. Ora i tempi per interrompere questa situazione non possono essere lunghi". Questo il commento del presidente della Regione Calabria.

07 DIC - Continua il pressing del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, per ottenere "al più presto lo stop al commissariamento della sanità regionale e la rinegoziazione del piano di rientro". Nei giorni scorsi l'incontro con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin concluso - come ha spiegato lo stesso presidente - con l'impegno di quest'ultima a portare il caso calabrese, le preoccupazioni e le istanze della Regione all'attenzione del Consiglio dei ministri. Ma Oliverio, che oggi ha fatto tappa all''Artigiano in Fiera' a Milano per una visita allo stand calabrese animato da oltre 90 eccellenze del food e dell'artigianato della sua Regione, torna a chiedere risposte immediate in assenza delle quali non esclude gesti forti: "Ho detto che mi sarei incatenato davanti a Palazzo Chigi e sono pronto a farlo se non sarò ascoltato".
 
"Io sto dando voce alla preoccupazione della Calabria - prosegue - e le mie valutazioni sul fallimento di 7 anni di commissariamento sono condivise dalla stragrande maggioranza dei sindaci, che in 350 e indipendentemente dalla loro appartenenza politica hanno firmato un documento di pieno sostegno, insieme ai presidenti delle 4 Province e della Città Metropolitana".  
 
A Lorenzin "che conosce bene la situazione - dice Oliverio - ho ricordato i dati che mettono in luce una condizione assolutamente inaccettabile del sistema sanitario regionale. I livelli essenziali di assistenza (Lea) non sono garantiti e, anzi, nell'ultimo periodo c'è stata un'ulteriore caduta. I calabresi costretti ad andare fuori dai confini regionali per curarsi sono in aumento. Nel 2016 il volume di risorse che noi dobbiamo pagare ad altre Regioni per le prestazioni erogate ai nostri cittadini ha superato i 300 milioni di euro, e la proiezione 2017 mostra un ulteriore incremento. E' una condizione intollerabile e io non sono disponibile ad aspettare ancora, ad assistere passivamente".
 
Al quadro tracciato, continua Oliverio, "si aggiunge la beffa: i calabresi sono i più tassati, per effetto del piano di rientro". E il governatore avverte: "La situazione potrebbe peggiorare. Quest'anno dalla proiezione fatta al tavolo dei ministeri vigilanti la settimana scorsa si prefigura al 31 dicembre un debito di 178 milioni di euro. Io ho assunto iniziative in supplenza al commissario per indirizzare le aziende verso misure di fortissimo rigore, perché taglino dove è possibile senza creare ulteriori disservizi, per evitare che l'esercizio in corso si concluda con uno sfondamento del limite fissato a 98 milioni, oltre il quale scattano aliquote aggiuntive extra fiscalità. Il rischio concreto è che si debba determinare una tassazione aggiuntiva e noi vogliamo a tutti i costi evitare ulteriori pressioni fiscali sui calabresi che già, a fronte di Lea non garantiti, pagano al massimo". 
 
Il ministro, incalza Oliverio, "si è impegnata a portare la problematica all'attenzione del Cdm. Ci auguriamo che si decidano atti interruttivi di questa situazione. Ho chiesto il superamento del commissariamento, l'apertura di un tavolo per rinegoziare i contenuti del piano di rientro. Invertire il trend e
riqualificare i servizi significa avere il tempo necessario, si può fare solo attraverso investimenti in risorse umane, in strumentazione tecnologicamente avanzata rispondente alla qualità delle prestazioni sanitarie. Credo si possa lavorare in questa direzione e interrompere la spirale negativa. Io stesso ho chiesto un monitoraggio: non voglio tornare allo 'status quo ante', ma accompagnare un percorso. Sarà così messa in capo alla Regione la responsabilità. Non chiedo mani libere, voglio il monitoraggio e l'aiuto del governo centrale perché la Calabria possa essere messa al passo con le altre regioni del Paese".

"E' assurdo - osserva - che due regioni, la Campania e la Calabria, possano essere lasciate come due vagoni sganciati dalla locomotiva del Paese. Io ho assunto questa iniziativa e ho detto con forza a un Governo, che ha peraltro il mio stesso colore politico, che vengono prima i problemi e i bisogni dei cittadini". Per il presidente calabrese "il commissariamento, alla prova dei fatti e non solo in sanità, ha fallito. E' fuori dalla realtà pensare di poter affrontare la questione solo in termini ragionieristici. Serviva un piano di riqualificazione dei servizi con il taglio delle aree di inefficienza e degli sprechi. E invece c'è stato uno smantellamento o l'indebolimento dei servizi con tagli lineari. Ora i tempi per interrompere questa situazione non possono essere lunghi. Le risposte devono essere messe in campo il prima possibile".  

07 dicembre 2017
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