Condotta antisindacale. Il Tribunale di Reggio Calabria accoglie il ricorso dell’Anaao contro l’Asp
Per il sindacato il pronunciamento costituisce “una rappresentazione plastica del gravissimo stato in cui versa la sanità delle Regioni commissariate, Calabria in primis”, dove “elementari diritti di tribuna oppure accordi di contrattazione integrativa vengono disattesi, non bastando il fatto che il riconoscimento di tali diritti debba essere mendicato”.
14 NOV - Con sentenza n. 11/2016 il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione lavoro – ha accolto il ricorso promosso da Anaao Calabria, Anpo –Ascoti – Fials medici e Federazione Italiana autonomie locali e sanità avverso l’Asp di Reggio Calabria per condotta antisindacale.
In particolare le sigle sindacali denunciavano:
- il mancato adempimento degli obblighi assunti dalla sottoscrizione dell’accordo sindacale del 15.03.2016. “In quella data l’Asp aveva sottoscritto un accordo decentrato con le Organizzazioni Sindacali per la dirigenza medica e veterinaria e SPTA che prevedeva una rideterminazione dei fondi previsti dalla CCNL per gli anni 2010-2015 relativo alle aree dirigenziali, medica e non medica, che avrebbe comportato l’erogazione della indennità di posizione variabile aziendale; dal verbale dell’accordo, emergeva che i dipendenti dovevano lavorare con organici insufficienti, che il blocco del turn over, voluto dal legislatore, e il collocamento in quiescenza di un numero importante di dipendenti (20% nel quadriennio 2010-2014) aveva ridotto la dotazione organica, comportando un carico di lavoro superiore per tutto il personale; a ciò si aggiungeva la mancata erogazione di risorse economiche contrattualmente garantite, la mancata erogazione da parte della Asp di alcuna indennità, la mancata convocazione delle parti per sottoscrivere il contratto integrativo aziendale, la mancata istituzione di tavoli tecnici, né delle OOSS per la verifica relativa all’attuazione dell’accordo violando in tal modo l’accordo sottoscritto”;
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la mancata trasmissione da parte datoriale di tabulati degli iscritti relativi al periodo di maggio-giugno 2016;
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la mancata determinazione del monte ore sindacale anno 2016;
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la mancata predisposizione di spazi per bacheche per comunicazioni sindacali;
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la mancata assegnazione di una sede sindacale.
Il Tribunale di Reggio Calabria ha dichiarato fondate le richieste dei ricorrenti. In primo luogo in quanto
“non è possibile alcuna pronuncia di cessata materia del contendere, anche se parziale, perché nessun fatto concreto e sostanziale era stato posto in essere dalla Asp ancorché avesse per la buona parte della domanda non negato fondamento ai diritti azionati dichiarandosi disponibile a breve a risolvere le problematiche. Nella fattispecie concreta la violazione di precisi obblighi datoriali verso le ricorrenti sigle sindacali, rendono evidente la lesione di interessi di natura sindacale e delle prerogative sindacali”.
“Pertanto – spiega la Segreteria Regionale Anaao Assomed Calabria - il Tribunale, accogliendo il ricorso, ha dichiarato antisindacale l’attività dell’ASP nella parte in cui non ha attuato l’accordo sindacale del 15.3.2016 e, precisamente, ove l’accordo prevedeva di corrispondere le somme che si era impegnata ad erogare in data 30.5.2016, sottoscrivere il contratto collettivo integrativo aziendale 2016/2019, di istituire un tavolo tecnico azienda - OO.SS. per la definizione di specifiche problematiche connesse al CCDI e ai criteri e procedure di affidamento degli incarichi dirigenziali, verificare l’attuazione dell’accordo; inoltre ha dichiarato antisindacale l’attività dell’Asp di mancata consegna dei tabulati degli iscritti relativi ai mesi di maggio e giugno 2016, di mancata determinazione ed assegnazione del monte ore dei permessi sindacali anno 2016, di mancata predisposizione degli spazi per affissioni sindacali presso determinate sedi; ordina all’Asp resistente di cessare immediatamente la condotta antisindacale provvedendo a quanto necessario ad ottemperare agli obblighi ad essa incombenti. Asp condannata alle spese di giudizio”.
Per l’Anaao, il pronunciamento del giudice del lavoro in merito al ricorso proposto da Anaao ed altre OOSS per condotta antisindacale costituisce “una rappresentazione plastica del gravissimo stato in cui versa la sanità delle Regioni commissariate, Calabria in primis. Succede – denunci auil sindacato - che elementari diritti di tribuna (bacheche, elenco, deleghe, etc.) oppure accordi di contrattazione integrativa siglati dopo anni di colpevole ed omissiva inerzia nell'applicazione di istituti contrattuali, vengano disattesi, non bastando il fatto che il riconoscimento di tali diritti debba essere mendicato, al pari di una medioevale regalia”.
Per l’Anaao Calabria “è stupefacente constatare che il ricorso alla Magistratura ordinaria civile, quando non penale, sia ormai divenuto l'UNICO modo di relazionarsi con la controparte datoriale (tranne che per chi, come il Collega Giuseppe Serranò, lotta in trincea da anni, quale Segretario Aziendale Anaao dell’A.S.P. Reggio Calabria, in un clima di totale ripulsa di corrette relazioni, di valzer continuo di direttori-commissari aziendali, in conflitto perenne con il duo Scura-Urbani). Ma tant'è. Ce ne faremo, anzi, se ne faranno una ragione DDGG e Commissari. Col supporto della Segreteria Regionale, perdurando la chiusura ad ogni forma di dialogo, e di rispetto, instaureremo ogni volta i contenziosi necessari a tutelare i nostri iscritti, sperando che, non solo a... Berlino, ma anche in terra Bruzia, la Magistratura Contabile presenti ad Amministratori ignavi e deleteri il conto economico delle loro malefatte”, conclude il sindacato.
14 novembre 2016
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