Calabria. Caos nomine commissari alle Asl. Botta e risposta tra Regione e Ministero della Salute
ieri, dopo la notizia delle nomine di nuovi commissari straordinari presso le Asl da parte della Regione, il Ministero della Salute è intervenuto chiedendo l'acquisizione delle delibere "in palese violazione" delle indicazioni fornite sia dall'Avvocatura dello Stato che dai dicasteri di Salute e Economia. Ma per la presidente Stasi il parere dell'Avvocatura dello Stato "non è vincolante" e le nomine erano necessarie per "evitare il caos nella sanità regionale".
18 SET - "In relazione alle notizie diffuse dalla stampa di avvenuta adozione da parte della Giunta regionale in prorogatio della Regione Calabria della decisione di nominare commissari straordinari presso le aziende sanitarie, in palese violazione delle indicazioni fornite dall’Avvocatura dello Stato, dall’Organo commissariale e, anche per il suo tramite, dai Ministeri della salute e dell’economia e delle finanze, si precisa che i predetti Ministeri hanno dato mandato ai sub commissari per l’attuazione del piano di rientro Generale
Andrea Pezzi e Dott.
Andrea Urbani di acquisire immediatamente la delibera o le delibere in esame. La richiesta dei sub commissari, già ritualmente notificata ai competenti Uffici regionali, non risulta essere stata ancora esitata dalla Regione Calabria". Con questa nota il Ministero della Salute è intervenuto nella giornata di ieri per 'richiamare all'ordine' la Regione Calabria rea di aver proceduto alla nomina dei commissari straordinari presso le aziende sanitrie nonostante i pareri negativi sia dell'Avvocatura dello Stato, sia dello stesso Ministero della Salute e del Mef che diffidavano la Regione dal procedere all'assegnazione di questi incarichi.
"In attesa della consegna da parte della Regione degli atti deliberativi richiesti, e del conseguente esame di questi ultimi - prosegue la nota del Ministero - i Ministeri della salute e dell’economia e delle finanze intendono precisare che, in disparte i profili di competenza degli Organi giurisdizionali competenti ai quali gli atti saranno prontamente trasmessi, può rientrare nel mandato del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro rimuovere eventuali provvedimenti regionali in contrasto con la normativa vigente, con il citato piano di rientro e con i pareri e le direttive rese dai Ministeri affiancanti. Pertanto, ove la Giunta regionale in prorogatio avesse effettivamente provveduto a compiere le nomine annunciate dalla stampa, sarà cura dei Ministeri affiancanti assumere ogni iniziativa necessaria per attribuire al commissario per l’attuazione del piano di rientro il potere di rimuovere e privare pertanto di ogni efficacia gli atti deliberativi in esame, al fine di impedire il prodursi di effetti gravemente pregiudizievoli per gli obiettivi perseguiti dall’Organo commissariale e, più in generale, per la finanza pubblica".
Nella tarda serata di ieri, la presidente facente funzioni della Regione Calabria,
Antonella Stasi, ha diramato una nota per difendere la scelta intrapresa, ricordando il parere dell'Avvocatura regionale favorevole alla nomina e sottolineando come quello contrario dell'Avvocatura nazionale non sia vincolante.Per la presidente Stasi le nomine erano una scelta necessaria per evitare il caos nella sanità regionale, già in stato di confusione con grave rischio di pregiudizio per i cittadini.
"In quel parere - si legge nel comunicato della Stasi - l'avvocatura ha evidenziato che le nomine degli organi di vertice appartengono alla categoria degli atti di alta amministrazione i quali, come tutti gli altri atti di straordinaria amministrazione, possono essere emanati in periodo di prorogatio solamente se urgenti e indifferibili, quindi indispensabili al fine di assicurare il funzionamento dell'istituzione alla cui direzione gli organi di vertice sono preposti. Successivamente la Giunta - ha spiegato la presidente - ha dovuto prendere atto di un parere reso dall'Avvocatura dello Stato su richiesta del sub commissario, gen. Pezzi, a mente del quale, in costanza del periodo di prorogatio, la Giunta non avrebbe potuto procedere all'adozione di alcun atto di alta amministrazione e quindi, in particolare, alla nomina dei vertici delle aziende del servizio sanitario regionale, pur essendo i direttori generali scaduti. Su questa tesi l'Avvocatura regionale ha osservato, da un lato, che la legge nazionale impone alle Regioni di provvedere entro un dato termine, 60 giorni, alla sostituzione dei Direttori generali cessati dalla carica, e inoltre, che la legge regionale dispone che i contratti dei Direttori sanitari e amministrativi si risolvono nel momento in cui il Direttore generale che li ha nominati cessa dalla carica. Tra l'altro, ricordando che il parere dell'Avvocatura dello Stato non è vincolante, è opportuno aggiungere che in materia di sanità la Regione ha potere esclusivo. Inoltre, nessuna nota ufficiale è stata notificata dal Ministero della Salute alla Regione. Siamo venuti a conoscenza di una nota stampa, che, ovviamente, non ha alcuna valenza giuridica. Lo stesso professor Michele Ainis, ordinario di Diritto costituzionale e illustre giurista, il cui valore scientifico si ritiene che sia al di sopra delle parti, in un parere, non solo non ha escluso il potere di nomina dei direttori generali, ma ha evidenziato, come aveva già affermato l'Avvocatura regionale, che sarebbe stato più opportuno nominare dei Commissari invece che Direttori generali. In pratica è quello che la Giunta ha fatto".
"Sulla scorta di queste valutazioni - ha concluso Stasi - l'esecutivo, che ha dovuto registrare lo stato di confusione ormai regnante in tutte le aziende del servizio sanitario calabrese, con grave rischio per il rispetto al diritto alla salute dei cittadini e con la certezza che il protrarsi di tale situazione generasse ulteriori e sempre maggiori disfunzioni nell'erogazione di un servizio così essenziale, ha ritenuto che non fosse più dilazionabile l'adozione di provvedimenti sulla materia ed ha quindi nominato i commissari, assicurando la continuità funzionale degli enti senza inquinare le scelte che dovranno essere effettuale dalla futura amministrazione".
18 settembre 2014
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