Guardia medica. Tagli alle indennità? Dopo la Basilicata, Smi annuncia stato di agitazione in Abruzzo
E proprio come avvenuto in Basilicata, il sindacato annuncia che ricorrerà alle vie giudiziarie se la Regione confermasse misure sulle indennità dei medici di continuità assistenziali. “Non si possono cambiare unilateralmente gli accordi di lavoro nazionali, non si possono toccare i diritti acquisiti dei lavoratori”. Pronti anche allo sciopero.
28 LUG - “Non si tagliano i diritti, giù le mani dalla guardia medica”. Questa la ferma presa di posizione del Sindacato dei Medici Italiani-Smi contro la paventata decisione della Regione Abruzzo di tagliare alcune indennità previste dall’accordo di lavoro dei medici di continuità assistenziale (guardia medica).
Una decisione analoga era stata già presa nelle scorse settimane dalla Regione Basilicata. “In quel caso – spiega il sindacato - scaturita su una ‘creativa’ interpretazione di una segnalazione della Procura della Corte de Conti”.
Lo Smi contesta fermamente questo orientamento, “abusivo e punitivo nei confronti dei medici. Non si possono cambiare unilateralmente gli accordi di lavoro nazionali, non si possono toccare i diritti acquisiti dei lavoratori”.
Come analogamente avvenuto in Basilicata lo Smi ha deciso di proporre uno stato di agitazione unitaria contro la Regione e di ricorrere alle vie giudiziarie. Se necessario non si esclude lo sciopero.
28 luglio 2017
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