31 GEN - Dottor Arrigoni, Un anno importante il 2010 per la Conasfa…
Certo: la nostra Federazione è nata proprio lo scorso anno. E lo ha fatto con l’intenzione di dare la maggior forza possibile alla voce dei farmacisti non titolari – che peraltro rappresentano la maggioranza dei componenti la professione – nel dibattito per il rinnovo dell’assistenza farmaceutica.
Al di là di questo credo che il fatto più importante del 2010 sia stata l’approvazione delle norme sulla farmacia dei servizi. Sappiamo che nei prossimi anni il modello dell’assistenza sanitaria è destinato a cambiare: la crescita del numero di pazienti anziani finirà col rendere l’attuale modello ospedalocentrico, del tutto insostenibile. L’unica alternativa praticabile sarà quella di spostare l’assistenza dei malati cronici sul territorio. E il fatto che si pensi alle farmacie e quindi al farmacista come uno degli attori di questo processo è davvero importante.
Non va dimenticato, inoltre, che nei prossimi anni molti farmaci innovativi, destinati proprio al trattamento delle patologie croniche, appariranno sul mercato. Un futuro, dunque, dinanzi al quale dovremo necessariamente evolverci, acquisire nuove competenze e, di conseguenza, crescere. Quella della farmacia dei servizi è da considerare come una grande occasione per farlo.
Ovviamente seguendo regole precise: ad esempio i nuovi servizi coinvolgeranno anche nuove figure – infermieri e fisioterapisti – chiamate ad affiancare i farmacisti: è importante che non ci siano sovrapposizioni o “invasioni” di ruoli e che il farmacista resti al centro della distribuzione del farmaco. Allo stesso modo è determinante garantire sempre la presenza di un numero congruo di farmacisti in rapporto ai servizi prestati e alla distribuzione del farmaco al cittadino, sia nelle farmacie – pubbliche o private che siano – sia nelle strutture pubbliche dove viene effettuata la distribuzione diretta.