27 GEN - "I dati statistici a nostra disposizione dimostrano l’estrema precarietà dell’equilibrio economico del settore distributivo intermedio, il cui risultato d’esercizio – riferendoci al passato 2009 – è quanto mai striminzito, a fronte di un margine lordo intorno al 7,5%, praticamente divorato dai costi operativi in costante crescita dal 2005 in avanti. Ciò nonostante, il buon livello di produttività raggiunto dalle aziende distributrici era riuscito finora, con grande fatica, a reggere gli effetti combinati della forbice, per cui a volumi trattati in costante crescita corrisponde il continuo decremento del prezzo medio del farmaco, causato dalla diffusione dei medicinali equivalenti e dall’uscita dal canale dei medicinali innovativi ad alto costo. In tale contesto, già delicato di per sé stesso, è calato pesante come un macigno il provvedimento governativo del luglio 2010 che ha d’improvviso e drasticamente abbattuto dal 6,65% al 3% il margine riservato ai grossisti sul prezzo al pubblico dei medicinali". Questo il bilancio dell'anno appena trascorso per Carmelo Riccobono, presidente dell'Associazione Distributori Farmaceutici, che aggiunge: "Tuttavia, mentre dovunque in Europa si richiede al servizio di pubblica utilità del distributore un impegno sempre maggiore nel raffinamento e nel miglioramento della logistica e delle collaterali attività commerciali e finanziarie, da nessuna parte si assiste a una tale compressione del margine riservato al grossista, incredibilmente ridotto a 1/11 del margine complessivo riconosciuto alla distribuzione (grossista + farmacia)". E per il 2011? "Dall'esame dei bilanci 2010 in via di definizione e da quelli dell'esercizio in corso - conclude Riccobono - temiamo di dover ricevere conferma di una difficile condizione economica, tale da pregiudicare la tenuta della qualità dei servizi offerti e la prospettiva di sviluppo del comparto".
27 gennaio 2011
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