27 GEN - Presidente, qual è il suo bilancio sull’anno appena concluso?
Se dovessi essere sintetico direi 2010 drammatico e 2011 speriamo che non succeda altro.
Le nostre aziende hanno vissuto un anno di estrema difficoltà: dinanzi a costi che tendono ad aumentare soprattutto per la richiesta di servizi sempre più dedicati, abbiamo avuto una riduzione di margine che va nettamente in contrasto cin questa richiesta.
Auspici e prospettive si aprono per il 2011?
Ci auguriamo che i nostri margini non vengano ulteriormente compressi. E, al contempo che non ci siano ulteriori interventi sulle farmacie perché un'eventuale ulteriore penalizzazione del canale finisce comunque col ricadere su di noi: non si dimentichi infatti che le nostre strutture sono, appunto, cooperative di farmacisti. Un'eventualità di questo genere, non va dimenticato, conduce inevitabilmente a una contrazione del servizio. E alla fine chi ne fa le spese, oltre a noi, è l’utente finale.
Un elemento che potrebbe – ma il forse è d'obbligo – giocare un ruolo in questo scenario, è quello della revisione della remunerazione delle farmacie, peraltro prevista nella manovra estiva. Al momento non è possibile fare nessuna previsione in proposito perché di quanto potrebbe essere discusso intorno al tavolo ministeriale non si sa nulla e quindi non si può neanche ipotizzare in cosa consista questa variazione della remunerazione. É ovvio che a seconda delle variabili che vengono introdotte la scelta potrebbe essere più o meno favorevole. Al momento non so neanche se questa previsione potrà interessare le nostre aziende. Se dovesse essere così dovremmo andare a guardare al centesimo ogni costo: è sufficiente pensare al sistema dei nostri trasporti, essenziale per il tempestivo rifornimento delle farmacie. Qui ci sarebbero da valutare elementi quali il costo sempre crescente dei carburanti, della gestione degli automezzi che, non si dimentichi, sono anche refrigerati per garantire la catena del freddo, la loro manutenzione. E questo è solo uno dei tanti aspetti che dovrebbero esser presi in considerazione. Se si pensa di poter proseguire nel comprimere la marginalità della distribuzione, intermedia e finale, non si otterrà niente di buono. E alla fine, lo ribadisco, le conseguenze finiranno con l'incidere sulla qualità del servizio e, di conseguenza sul cittadino.
Mariano Rampini
27 gennaio 2011
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