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Speciali

Laura Molteni (Lega Nord, componente della commissione Affari Sociali della Camera)

27 GEN - Onorevole Molteni, tracciamo un bilancio del 2010?
In Commissione Affari sociali alla Camera abbiamo lavorato molto e bene. Ma più che tracciare un bilancio, preferisco parlare di working in progress. Abbiamo affrontato e stiamo lavorando su provvedimenti di grande significato. Penso in particolare a quello sul testamento biologico sul quale c’è stato un impegno costante e diretto della Lega in tutte le fasi e nell’iter del progetto di legge in commissione XIIa. Un disposto che continuerà a vederci in prima linea nel corso del 2011. Grazie ad un nostro emendamento abbiamo introdotto un importante principio. A differenza del passato, infatti, il cittadino una volta approvata la legge avrà a disposizione uno strumento con il quale, se vorrà, potrà esprimere in modo certo e inequivocabile la propria volontà sul fine vita; ma poiché il presupposto è che la sottoscrizione della Dat è un atto di volontà del soggetto interessato, lo stesso potrà anche decidere di non sottoscriverla e quindi di non esprimere alcun parere. Si tratta quindi di una doppia garanzia, da un lato, di certezza e tutela del rispetto delle volontà espresse e, dall’altro, della scelta e della decisione individuale di non esprimere una volontà sul proprio fine vita: volontà che, anche questa, deve essere rispettata. Si garantisce anche che espressioni emozionali rilasciate magari in tempi remoti, in situazioni particolari o di crisi emozionale, non siano interpretate da un terzo come certezza e garanzia di una volontà presunta, reale e attuale.Su questo progetto normativo continueremo a vigilare e a lavorare.
Invece ha tagliato il traguardo, la legge per garantire l’accesso alle terapie del dolore e alle cure palliative. Un disposto di grande rilievo sul quale la Lega si è battuta con impegno e determinazione. È un grande passo in avanti nel percorso di civiltà del Paese che restituisce dignità ai pazienti e alle loro famiglie.

Altri provvedimenti in corsa?
Stiamo portando avanti, e continueremo a impegnarci, sulla proposta di legge del “Dopo di noi”. Gli obiettivi sono dare assistenza alle persone disabili che dopo la morte dei genitori si trovano senza tutela e istituire un fondo ad hoc. Per questa proposta, siamo già alla fase emendativa.
Altro importante Pdl è quello sulle disposizioni in materia di sicurezza degli impianti protesici mammari, licenziato dalla Commissione in sede legislativa e ora all’esame del Senato. Prevede l’istituzione di un registro nazionale per disciplinare un delicato settore ancora scarsamente regolamentato, come confermato da numerosi casi di cronaca. Inoltre, considerato lo stretto legame tra gli impianti protesici mammari e l’attività di prevenzione dei tumori, il provvedimento assume una valenza specifica per la tutela della salute della donna, oltre che per contrastare il fenomeno dell’abusivismo fra gli operatori che applicano questi impianti. Infine, con il divieto di impianto sulle under 18 per motivi esclusivamente estetici, si garantisce una scelta consapevole e la tutela dello sviluppo psico-fisico femminile.
Insomma, in Commissione c’è un lavoro che sta proseguendo incessantemente. Non c’è nulla di fermo, ogni giorno aggiungiamo un tassello positivo.

E per il 2011?
Abbiamo già pronti due nuovi progetti di legge che presenteremo a breve: uno riguarda l’istituzione e la regolamentazione attuativa dell’indagine sulla farmacogenetica, l’altro introduce una nuova normativa volta a favorire la trasparenza e la tracciabilità nell’industria cosmetica.
 
Mi spieghi meglio
Per quanto riguarda il primo progetto, l’obiettivo è arrivare a un provvedimento specifico che regolamenti autonomamente i test di farmacogenetica rispetto a quelli genetici.
I test genetici sono giustamente normati da regole rigide volte alla tutela del paziente e della sua privacy. Ma l’applicazione di queste regole ai test farmacogenetici non è giustificata in quanto questi non predicono la comparsa di una malattia, ma informano il medico prescrivente sulla terapia migliore da somministrare per ogni paziente; queste regole limitano la diffusione dei test di farmacogenetica privando il medico di uno strumento terapeutico importante per l’ottimizzazione della terapia in ogni paziente. Quindi, l’obiettivo è anche quello di ridurre la marcata variabilità nella risposta terapeutica e tossicologica associata ad una determinata terapia farmacologica, per perseguire un uso più razionale e ottimale del farmaco e contenere la spesa pubblica. In sostanza, bisogna valicare nuove frontiere per calibrare i farmaci sulla persona e favorire una reale personalizzazione della terapia farmacologica, perseguendo anche l’obiettivo di studiare il potenziale ruolo di fattori ereditari nel determinare la risposta individuale ai farmaci.

Torniamo al settore della cosmesi. Quali sono i punti cardine della vostra proposta?
L’obiettivo è sostenere un mercato nazionale di qualità dei prodotti cosmetici, garantendo un livello elevato di tutela della salute umana tramite un controllo più serrato sulle sostanze contenute nei prodotti. Vogliamo tutelare da una parte la salute dei consumatori e dall’altra le piccole e medie imprese del settore proteggendo il made in Italy. Intendiamo perciò introdurre un’etichetta obbligatoria, da apporre sui recipienti e sugli imballaggi dei prodotti cosmetici, che riporti il Paese di origine in cui è prodotto il cosmetico, e l’elenco degli ingredienti impiegati per avere indicazioni su effetti indesiderati e dannosi. Inoltre, puntiamo anche a introdurre un sistema di tracciabilità documentale all’interno della filiera produttiva per semplificare i controlli sulle merci e allo stesso tempo per conoscere, in modo chiaro e trasparente, le varie fasi della catena di produzione e di distribuzione. Infine, si affiderà ad un protocollo di intenti, promosso dal ministro della Salute, l’adozione di un codice di autoregolamentazione per la certificazione di prodotti cosmetici di qualità, che rispetti la salute dei consumatori.

Onorevole questo sarà l’anno del federalismo fiscale?
Certamente. Con la definizione dei costi standard stiamo compiendo l’ultimo importante giro di boa che in sanità ci consentirà da un lato di tagliare sprechi e inefficienze, da un altro di ottenere la massima responsabilità da parte degli amministratori. Infatti, chi sarà responsabile di “buchi” di bilancio non potrà più essere candidato negli Enti locali e al Parlamento e neanche accedere ai Consigli di amministrazione di Enti pubblici. È un cambio culturale radicale che rivoluzionerà la gestione della cosa pubblica.
 
Ester Maragò


27 gennaio 2011
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