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Rasi: Aifa avrà un ruolo importante nel futuro della ricerca

08 NOV - In tutta Europa la ricerca clinica è in picchiata libera. E l’Italia non fa eccezione: il numero delle ricerche condotte, nel 2009, nel nostro Paese è inferiore del 15-20 per cento rispetto all’anno precedente. La ragione è uno spostamento della ricerca globale verso lidi più appetibili: Brasile, Cina, Russia e il far east. Paesi che attraggono gli investimenti attraverso semplificazioni delle procedure necessarie per svolgere le sperimentazioni, e incentivi economici (spesso una defiscalizzazione). Questo lo scenario ritratto da Carlo Tomino, direttore dell’Ufficio sperimentazioni cliniche dell’Agenzia italiana del Farmaco a margine della I Conferenza nazionale sulla ricerca sanitaria.
E tra gli scopi di questa giornata c’è proprio il rilancio della ricerca italiana.
Ma che ruolo ha l’Agenzia del farmaco nel futuro della ricerca?
“Penso che il ruolo dell’Agenzia del farmaco possa essere molto importante”, ha dichiarato il direttore generale dell’Aifa a QS. “Innanzitutto perché già oggi l’Aifa sta prendendo parte alle attività di tutto il mondo regolatorio internazionale in maniera molto importante.
Dal punto di vista culturale si sta impegnando a “infondere” tutte quelle che sono le nuove acquisizioni scientifiche nel mondo regolatorio”.
Un aspetto, questo, che per Rasi riveste un ruolo “fondamentale perché se la ricerca non trova delle regole certe nell’accesso ai farmaci si imbatte in un ostacolo finale rappresentato proprio nel mondo regolatorio”.
Questa permeabilità dell’Aifa alla scienza rappresenta per il direttore generale un primo strumento che può conferire all’Agenzia “localmente e internazionalmente importante”.
Ma c’è un altro aspetto, da non trascurare. “L’Aifa si è dotata da tempo di strumenti per consentire l’accesso condizionato a farmaci che presentano ancora delle incertezze conoscitive. Attraverso la condivisione del rischio o l’impiego di registri, tutti strumenti che certamente favoriscono l’innovazione”.
Intanto, nella giornata che ha mostrato quanto gli scienziati italiani ci rappresentino bene all’estero, Rasi ci tiene a sottolineare che l’Aifa - anch’essa  espressione del mondo scientifico italiano - ha un peso “crescente” panorama regolatorio internazionale.
“Eravamo completamente esclusi dall’Ema, in parte perché non avevamo un ufficio adeguato a sostenere i nostri rappresentanti al CHMP. Oggi, invece partecipano in maniera continuativa. Abbiamo appena avuto la nomina del dottor Luca Pani come membro Scientific Advice Working Party.  Abbiamo circa 80 esperti nei diversi gruppi scientifici intorno all’Ema. Quindi possiamo dire con soddisfazione che il nostro peso è incredibilmente in crescita.

A.M.

08 novembre 2010
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