20 APR - La pensa così il segretario generale del sindacato Torluccio, convinto, al contrario, che lo sviluppo delle tecnologie, della formazione e della professionalità degli operatori e i nuovi bisogni di salute richiedono una rivisitazione di modelli, percorsi e processi.
“Il polverone alzato sul documento del Ministero della Salute che interviene su ruolo e competenze della professione infermieristica e sul rapporto con la professione medica, mi pare francamente basato su argomentazioni anacronistiche che non tengono conto dei profondi cambiamenti avvenuti in questi anni in ambito sanitario.” Così Giovanni Torluccio, Segretario Generale della UIL-FPL.
“Lo sviluppo delle tecnologie, la crescita della formazione e della professionalità degli operatori, il mutamento del tipo e della diffusione delle patologie e della conseguente richiesta di cure richiedono una rivisitazione di modelli, percorsi e processi se vogliamo dare risposte di salute appropriate, efficaci e sostenibili. Dato che, nel documento, pare che nessuno venga espropriato dell’esercizio di attività, affermare che in determinati contesti e condizioni alcune attività svolte tradizionalmente dai medici possono essere svolte anche da altri professionisti non mi pare una bestemmia, se si tratta di professionisti adeguatamente formati e in possesso nelle necessarie competenze.”
“La difesa degli interessi di categoria è legittima e comprensibile - conclude Torluccio - ma dobbiamo trovare il modo di contemperarla con gli interessi più complessivi altrimenti sarà assai difficile continuare a tenere insieme la sostenibilità della sanità pubblica, la qualità dei servizi ai cittadini e la giusta valorizzazione di tutte le professionalità che costituiscono il grande patrimonio del SSN.”
20 aprile 2012
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